LECCE | Venticinque
medici dell’ospedale «Vito Fazzi» risultano iscritti sul registro
degli indagati con l’accusa di omicidio colposo per il decesso del
pensionato Carmelo Ruggio, di Surbo. Secondo le indagini coordinate
dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini, avrebbero
provocato il decesso dell’anziano il 15 aprile del 2008 presso
l’ospedale di Forlì, per un arresto cardiocircolatorio ed
insufficienza respiratoria acuta. Una morte, per la Procura, da
ricondurre ad una errata diagnosi di tumore al rene, formulata dai
medici che lo avrebbero tenuto in cura presso l’ospedale di Lecce e
per la mancanza di adeguate e tempestive cure al paziente, allorché
durante i ricoveri avrebbe accusato i gravi problemi respiratori non
adeguatamente trattati.
Quindici camici bianchi svolgono la
loro attività presso il reparto di nefrologia e dialisi, otto nel
reparto di cardiologia ed emodinamica. Per la Procura, appare
necessario l’espletamento di una perizia-medico legale al fine di
accertare anche attraverso un esame autoptico la causa e la natura
che produssero la morte di Ruggio, se i trattamenti diagnostici
praticati durante i suoi ricoveri siano stati tempestivi ed adeguati
rispetto al quadro clinico manifestato dal paziente e ancora
accertare se trattamenti diagnostico-terapeutici diversi da quelli
praticati avrebbero potuto evitare la morte del paziente o quantomeno
ritardarla.
La Procura per il prossimo 5 marzo ha disposto un
incidente probatorio con una perizia medico legale e sono stati
nominati periti la dottoressa Emanuela Turillazzi, dell’istituto di
medicina legale di Foggia, Matteo Di Biase, professore ordinario di
cardiologia presso l’Università foggiana e il medico Gesualdo
Loreto. Sul registro degli indagati compaiono anche i nomi di un
oncologo e di un orologo del Vito Fazzi. La moglie di Ruggio ha fatto
scattare le indagini sporgendo querele. Lei e i figli si sono
costituiti parte offesa e sono difesi dall’avvocato Giuseppe Rocco. (rob.z.)