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CASTRO | Si continua ad indagare sulla causa che ha provocato il disastro di Castro, avvenuto lo scorso 31 gennaio. In un primo momento si pensò che le palazzine siano crollare a causa della base argillosa a causa del mare. Ma questo ancora è da accertare, infatti, il sostituto procuratore, Maria Consolata Moschettini, ha ora incaricato Amedeo Vitone, docente della facoltà di Ingegneria presso il Politecnico di Bari, a relazione quanto secondo l'esperto è accaduto. Una consulenza che fa parte delle indagini. L'esperto in costruzioni armate, dovrà stabilire se il crollo fosse stato davvero provocato dalla base argillosa o se vi sia un'altra motivazione. Tutto questo per togliere ogni dubbio alle persone che sostenevano altre motivazioni. Durante il crollo nessuno è rimasto coinvolto in modo grave, grazie al tempestivo accorgimento del proprietario di un locale di piazza Dante che ha allertato i vicini esercizi pubblici e le persone presenti, di quanto stava accadendo. In Procura sono già giunte le relazioni della protezione civile e dei carabinieri che intervennero il giorno del disastro. Ora, sul tavolo del magistrato, dovrà giungere la relazione dell'esperto, richiesta dal titolare delle indagini. Non è da escludere che Vitone lavorerà solo. La Procura potrebbe decidere di farlo affiancare da geologo. La Procura indaga sul disastro colposo, il fascicolo rimane aperto contro ignoti.
«È stato un incontro molto utile, che ha sancito la necessità di operare nell’immediato per affrontare la stagione turistica già alle porte. Quando gli obiettivi tra autonomie locali e Regione sono comuni, è più facile programmare procedure amministrative condivise, per non incontrare ostacoli lungo il percorso». Questo il commento del presidente della Commissione Sviluppo Economico della regione Puglia Dario Stefàno, promotore del tavolo politico istituzionale che si è svolto oggi a Bari con gli assessori regionali Onofrio Introna (Lavori Pubblici) e Guglielmo Minervini (Demanio), che ha registrato la partecipazione dei rappresentanti dei Comuni della fascia adriatica maggiormente colpiti dalle terribili mareggiate della scorsa settimana (Otranto, Vernole, Melendugno, Lecce). «Dall’incontro – dichiara Stefàno – è emersa la necessità di porre in essere subito degli interventi “tampone” che senza alterare l’ecosistema permettano alle comunità interessate e agli operatori balneari di affrontare nelle migliori condizioni possibili l’avvio della stagione turistica, che il calendario prevede già per il prossimo mese». Uno di questi, da attuare in sinergia tra amministrazioni comunali e operatori privati, potrebbe prevedere l’uso di idrovore per riportare sulla battigia la sabbia letteralmente risucchiata dalle mareggiate. «Si tratta di un intervento – prosegue Stefàno - sul quale è possibile immaginare l’adesione degli operatori privati, poiché consentirebbe, come hanno fatto notare gli amministratori, di riportare il litorale a quelle condizioni minime per garantire l’uso delle coste a turisti e comunità. Dal tavolo odierno - precisa il presidente – è emersa, però, la necessità di avere delle procedure standardizzate, in modo da evitare qualunque ostacolo che allungando i tempi rischierebbe di inficiare l’efficacia dell’intervento stesso. Gli assessorati regionali potrebbero dare un loro contributo in tal senso, già in occasione del tavolo tecnico convocato dall’assessorato ai Lavori Pubblici e che si terrà entro la fine del mese». Si tratta di un tavolo tecnico che affronterà la ricognizione del problema erosivo e dell’assetto idrogeologico del suolo, su cui avviare un programma di interventi pluriennali. Parallelamente alla misura «a breve termine» emersa oggi, infatti, si pone la programmazione degli interventi infrastrutturali che riguarderanno le coste pugliesi e salentine, che prevede uno svolgimento più a lungo termine, attraverso un piano pluriennale di azioni. «È un dato oggettivo che la Regione per più di qualche decennio sia rimasta estranea ad ogni processo di tutela e di salvaguardia del suolo – conclude Stefàno – e che ha esposto il territorio a rischi idrogeologici importanti. Oggi invece, la Puglia si vuole rendere protagonista su questo fronte, sia col Piano delle coste, che con il piano pluriennale di interventi attraverso cui si intende programmare una seria opera di difesa del suolo».