LECCE | Si è svolta nella mattinata di oggi, l'udienza nei confronti di Mario Martella, 30enne, di Surbo. L'uomo ritenuto capo di una banda specializzata nell'estorsione a Surbo. L'uomo, accusato di estorsioni aggravate di tipo mafioso, è stato condannato a 10 anni e 6 mesi di reclusione. Nella precedente udienza, il sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia, Elsa Valeria Mignone, aveva chiesto per Martella una pena di nove anni, più leggera rispetto a quella inflitta. I dieci anni, invece, sono stati assegnati dal giudice Pietro Baffa. Nei confronti dell'uomo, pendevano pesanti accuse, come la presunta gestione di un associazione mafiosa che avrebbe agito a favore della Scu. I traffici erano quelli di estorcere denaro agli imprenditori e commercianti del posto. La banda era esperta nell'organizzazione della malavita che esercita l'estorsione e il ricatto con mezzi intimidatori e la violenza: il cosiddetto racket. Le indagini furono avviate nel 2006 e si conclusero nel 2007 con l'arresto anche di Antonio, fratello di Martella, Gialuca Palazzo, Paolo Lozupone, Raimondo Vitale e Manuel Gigante. Un indagine durata circa un anno. La banda, secondo quando emerso dalle indagini, era solita dare vita a risse e danneggiamenti nei locali e rivolgersi il giorno dopo ai proprietari estorcendo del denaro. Dai semplici locali, si è passati alle discoteche. In questa circostanza si era soliti concordare con il titolare dell'esercizio commerciale la manovalenza riciclata che sarebbe servita come vigilanza generale. Durante il periodo di indagine, si verificarono episodi di danneggiamento presso alcuni cantieri edili.