<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } -->
TAURISANO | La sorte di Lucia Bartolomeo era attesa nella serata di ieri, cosi è stato. Poco dopo le 21,10, a seguito di una lunga camera di consiglio, la corte ritorna in aula leggendo quanto è stato deciso. Nei confronti della moglie di Ettore Attanasio, l'uomo morto a seguito di una dose di eroina, è stata condannata all'ergastolo. Ed è cosi che il processo del giallo di Taurisano, che ha presentato non pochi colpi di scena, sembra essersi concluso. Un lungo processo caratterizzato da botta e risposta tra accusa e difesa. Il pubblico ministero, Guglielmo Cataldi, e la polizia del commissariato di Taurisano, avevano da tempo sostenuto che si trattasse di uxoricidio. A conclusione del processo, la donna, Lucia Bartolomeo, l'infermiera 36enne di Taurisano, è uscita da una porta secondaria, condannata al carcere a vita per aver ucciso il marito, Ettore Attanasio, con una dose letale di eroina mentre l'uomo dormiva. Durante la fase processuale si è appurato che la donna lo avrebbe fatto per vivere liberamente una relazione sentimentale con un altro uomo. Nei processi finali si è parlato di risarcimento danni alla parte offesa e alla figlia. Il presidente della Corte, Giacomo Conte, che nella mattinata di ieri ha posto delle domande ai due medici testimoni, ha disposto l'annullamento della potestà materna e anche il risarcimento danni di un milione di euro destinata alla parte offesa. Tutto questo, però, bisognerà deciderlo in separata sede. Nella giornata di ieri erano stati ascoltati i due consulenti tecnici incaricati dalla Corte, chiesti dal pubblico ministero Guglielmo Cataldi per togliere qualsiasi dubbio sulla possibile quantità di sostanza ingerita da Ettore Attanasio. Si tratta di Francesco Lodi, ordinario di tossicologia e il collega Domenico Di Candia. Il pm, nella sua requisitoria, aveva chiesto una pena di 22 anni di reclusione. Ma le cose però sono cambiare in sede di consiglio, tanto da giungere ad una conclusione non tanto sperata dai parenti, ovvero l'ergastolo. La pressione che si trattasse di un omicidio, è stata alimentata dai due medici che avrebbero affermato che i 70 milligrammi di eroina erano stati somministrati volontariamente, non da Attanasio che non avrebbe mai fatto uso di stupefacenti. La sostanza lo avrebbe portato ad un coma farmacologico e poi alla morte. Commossi e soddisfatti i parenti di Ettore Attanasio, che sin dall'inizio hanno seguito tutte le fasi del processo. Il fratello di Attanasio, Lucio, ha ringraziato polizia e magistratura per la sentenza inaspettata, esprimendo da una parte soddisfazione e dall'altra ancora dolore per la perdita del fratello. In aula erano anche presenti i familiari della Bartolomeo, la donna che non sarebbe mai stata ascoltata durante il processo. Reazione opposta in questo caso. Rabbia e disperazione per i Bartolomeo che hanno protestato e inveito contro la Corte. La donna venne arrestata nel 2007, a seguito di un'indagine portata avanti sin dall'inizio dal commissariato di Taurisano. L'accusa era quella di aver ucciso il marito, da tempo malato. Nel corpo di Attanasio, a seguito di una riesumazione, vennero trovate delle tracce di morfina, codeina e di monoacetilmorfina. Dopo un breve periodo di indagine, vennero trovati alcuni sms inviati all'amante prima che il marito morisse. Intanto bisognerà attendere 70 giorni per la deposizione della sentenza, cercando di analizzare ancor di più le motivazioni. Inizialmente il caso venne chiuso, giustificando la morte di Attanasio a seguito di un infarto. Ma le cose non andarono affatto cosi. Infatti, con l'arresto della Bartolomeo, si è fatta luce su quanto realmente è successo. Fino alla condanna giunta ieri, dopo l'ascolto di oltre 60 testimoni. Ora c'è da chiarire la sorte della figlia della Bartolomeo. Anche qui, in tutto questo periodo di indagine, gli abitanti di Taurisano hanno più volte manifestato la voglia di far ritornare la piccola in paese. Ora la bambina, che ha 7 anni, si trova ospite presso un centro di recupero di Ostuni.