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SPONGANO | Ancora una volta un incidente per aver alzato troppo il gomito. Così i carabinieri della stazione di Spongano hanno denunciato L.J.H., 32enne, cittadino britannico ma residente a Spongano, per ubriachezza, simulazione di reato, procurato allarme e guida in stato di ebbrezza. È questa la dinamica dei fatti. Intorno alle cinque circa dell'altro ieri, L.J.H. aveva chiamato la centrale operativa della Compagnia di Tricase denunciando di essere appena stato rapinato da tre persone a bordo di un'autovettura che, dopo aver bloccato con una manovra pericolosa l'auto sulla quale stava viaggiando da solo, lo avevano malmenato e derubato del veicolo, salvo poi uscire di strada a poche decine di metri dal luogo della denunciata presunta rapina. Sul posto sono giunte tutte le pattuglie della radiomobile disponibili, che si sono messi alla ricerca della vettura con i «rapinatori», mentre L.J.H., in evidente stato di ebbrezza, ha raccontato ai primi carabinieri giunti sul posto, con minuzia di particolari, gli interminabili minuti trascorsi in balìa dei malfattori. Stando alla sua versione dei fatti, quella che ha raccontato ai carabinieri, prima di sottrargli la vettura avuta in prestito da un amico del suocero, lo avevano selvaggiamente percosso.
Nelle parole della «vittima», però, i militari hanno notato numerose ed evidenti contraddizioni che si facevano sempre più grosse. Ad accrescere i dubbi è stata anche la totale assenza di tracce di pneumatici sull'asfalto che non trovava riscontro con la riferita brusca inchiodata effettuata dai rapinatori per bloccare la loro vittima e con l'altrettanto repentina frenata compiuta da L.J.H. per scongiurare la collisione dei due veicoli. Allo stesso modo le selvagge percosse subite, anche con un bastone, non combaciavano con l'assoluta assenza di segni e lividi sul corpo dell'aggredito. E il successivo rinvenimento dell'auto «rapinata», che giaceva capovolta in un campo a pochi metri da dove il denunciante si era fatto trovare all'arrivo dei carabinieri, rafforzava ulteriormente il convincimento dei militari di trovarsi non davanti alla vittima di una rapina, quanto di un automobilista che, per giustificare di aver distrutto l'auto di un conoscente (poiché postosi alla guida sotto i fumi dell'alcol), non aveva esitato a raccontare di essere stato vittima di una terribile vicenda. L'uomo con la versione dei fatti raccontata si è beccato una denuncia per guida sotto l'influenza di alcolici ma gli è costata anche una denuncia per ubriachezza, simulazione di reato e procurato allarme inutile. (rob.z.)