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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 09/02/2009 | CRONACA
BARBARANO DEL CAPO | Tragedia sfiorata in un bar del Capo di Leuca
Lo minaccia di morte con la penna.
Ma è una pistola calibro 22, arrestato
La scoperta fatta per caso durante una chiacchierata dai carabinieri di Tricase. Renato Calignano, 53enne, di Barbarano, l'avrebbe usata per minacciare un 35enne che si era rifiutato di offrirgli da bere. In casa anche 28 colpi su cinquanta. E 18 grammi di marijuana.
di Roberto Fonte


BARBARANO DEL CAPO (MORCIANO DI LEUCA) | Prova a sparare con la penna-pistola, come fece Francisco Scaramanga, il «cattivo» interpretato da Christopher Lee, nel film del '74 «L’uomo dalla pistola d’oro». Solo che questa volta, in palio, non c'era un milione di euro. E i carabinieri quando l'hanno trovata hanno ritenuto opportuno mettere fine a quelle fantasie da film. La penna-pistola, Renato Calignano, 53enne, di Barbarano del Capo, l'avrebbe tirata fuori durante una lite all'interno di un bar, dov'era stato sabato scorso a consumare un bicchierino. Ma quando si è rivolto al malcapitato di turno, fra l'altro suo conoscente, gli ha chiesto che quel bicchierino gli fosse offerto. Tanto che al rifiuto dell'altro avventore del bar, P.F., 35enne del posto, lui ha tirato fuori una penna e ha cominciato a manovrarla facendo solo «clic», «clic», «clic». Ma andiamo con ordine. I militari della stazione di Salve, di questo fatto, non sapevano nulla. Perché nessuno mai avrebbe pensato di chiamare i carabinieri se in un bar c'è uno che minaccia di morte un altro con una penna. Sta di fatto, che a Barbarano, il 53enne avrebbe preso di mira l'altro avventore per farsi offrire da bere. «Ehi tu, offrimi qualcosa da bere», gli avrebbe detto. E l'altro «no no, non ho niente da offrire».

 

Qualche parola più forte, poi qualche spintone. Calignano avrebbe offeso P.F., il quale però anziché difendersi avrebbe preferito non replicare a quelli che sono apparsi gli atteggiamenti di un ubriaco. Anche quelle minacce di morte, pronunciate a voce alta, non avrebbero spaventato i più, che hanno considerato il suo atteggiamento, come quello di una persona ubriaca. Le parole sarebbero continuate pure dopo, e dopo qualche minuto, davanti al bar, Calignano si sarebbe presentato con in mano una pistola a forma di penna. Gliela avrebbe puntata contro, cominciando a maneggiarla, ma in molti l'unica cosa che hanno fatto è stata quella di sorridere per quella che sembrava una burla. Insomma, nessun interesse per quella biro, che altro non era, invece, che una pistola calibro 22, come quella che veniva adoperata dal «mostro di Firenze».

 

Serata allegra, non c'è che dire, nonostante i momenti di tensione. Serata che è caduta nel dimenticatoio. Se non fosse per i carabinieri della stazione salvese, dipendenti della Compagnia di Tricase, del capitano Andrea Bettini, che, neppure a farlo apposta, chiacchierando coi paesani, hanno intuito si trattasse di tuttaltro che una penna. Sulla «location» dell'episodio alla 007, questa volta si sono presentati gli uomini in divisa, che dopo aver accertato che la penna non fosse materiale di cancelleria, l'hanno sottoposta a sequestro. Gli accertamenti sono stati condotti in casa di Calignano, grazie a una perquisizione disposta dal magistrato nominato di turno, il sostituto procuratore del Tribunale di Lecce, Francesca Miglietta.

 

I carabinieri l'hanno trovata occultata all'interno di un lampadario della cucina.  Calibro 22, fabbricazione tedesca. La pistola (perfettamente conservata), è stata sequestrata assieme a una scatoletta di 50 colpi, anche se nella scatola ce n'erano solo 28. Durante la perquisizione, i militari di Tricase hanno trovato pure 18 grammi di marijuana, un bilancino di precisione, e materiale per il confezionamento delle dosi. <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> Calignano è accusato di detenzione abusiva di arma da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, motivi per i quali è stato condotto nel carcere di Lecce Borgo San Nicola a disposizione dell'autorità giudiziaria. Le indagini proseguiranno, per risalire all'origine dell'arma anzitutto, e poi per capire dove siano andati a finire i colpi mancanti.

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