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LECCE | Rinvio a giudizio per il ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Il politico salentino è accusato di concorso in turbativa d'asta e di interesse privato del curatore negli atti del fallimento della Cedis, durante la procedura di amministrazione straordinaria. Nella giornata di oggi, il gup del Tribunale di Bari, Marco Guida, ha deciso il rinvio. Quando si sono svolti i fatti, Fitto era presidente della Regione Puglia. Nel caso Cedis, Raffaele Fitto, dovrà continuarsi a difendere dall'accusa di essere «concorrente estraneo», in quanto «Referente politico» di alcuni di altre otto persone indagate. Nei confronti di questi ultimi, dalla procura è stato chiesto un approfondimento dibattimentale. Fitto e gli altri otto indagati avrebbero compiuto dei reati correlati alla vendita della «Cedis», per un valore di sette milioni di euro, in precedenza ne furono stimati 15,5 milioni. La vendita era destinata ad un contraente predeterminato. Si tratta della società Sviluppo Alimentare, intestata all'imprenditore Brizio Montinari. Inoltre, il rinvio a giudizio, è stato disposto per altri tre commissari straordinari della Cedis. Si tratta di Giuseppe Rochira, Antonio De Feo e Franco Cesare Lopasso, per quest'ultimo l'avvocato difensore ha chiesto ed ottenuto il processo con il rito abbreviato. A finire sotto processo, anche il consulente contabile della pratica, Stefano Montinari e per Massimo Goti, che curava il settore sviluppo produttivo del ministro delle attività produttive. La prossima udienza si terrà il prossimo 12 maggio difronte al giudice monocratico del Tribunale di Bari.