<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } -->
SCORRANO | Il titolare di un frantoio avrebbe autorizzato un proprio operaio ad abbandonare in una cava alcuni scarti liquidi derivanti dalla lavorazione delle olive. Per questo motivo, i finanzieri della tenenza di Maglie, alle dipendenze dei colleghi del Comando provinciale di Lecce, e del capitano Mauro Serrano, hanno fatto un controllo, e proprio nelle ultime ore hanno scoperto sul fatto un'autobotte scaricare gli scarti oleari nella cava senza avere alcuna autorizzazione. Nella zona, che sorge fra Muro Leccese e Scorrano, le fiamme gialle di Maglie avevano notato nei giorni scorsi che nell'area di 20mila metri quadrati, si erano formati dei laghetti artificiali, con acque scure, nere, proprio quelle della lavorazione delle olive. Nella cava, che sorge in località «Masseria Sant'Elia», oltre alle acque derivanti dalla lavorazione dei prodotti vegetali, c'erano anche scarti di sansa vergine.
I controlli sono andati avanti fino a quando, nelle ultime ore, l'autobotte con i reflui si è ripresentato. A quel punto le fiamme gialle della tenenza di Maglie hanno deciso di fare il blitz. L'operaio è stato fatto scendere dal mezzo pesante, e i controlli hanno accertato che in quel rimorchio c'erano altre acque frutto della lavorazione. Essendo l'operaio in esercizio dell'attività di un imprenditore, titolare di un frantoio proprio a Muro Leccese, dopo aver accertato che quei rifiuti, considerati speciali a tutti gli effetti, provenissero proprio da lì, hanno ritenuto opportuno denunciare a piede libero l'amministratore, un uomo di 62 anni, di Supersano. L'autobotte, invece, è finita sotto sequestro.