COPERTINO | Una maxi inchiesta con ben 580 indagati è stata avviata dalla Procura di Lecce. Sul tavolo del magistrato titolare dell'indagine, il sostituto procuratore del tribunale Giovanni Gagliotta, sono al vaglio persone che si sarebbero rese autrici di un maxi raggiro. Sulle indagini condotte dal procuratore il riserbo è d'obbligo, ma spuntano alcuni nomi sui quali la magistratura farà luce nei prossimi giorni. Si tratterebbe di presunti braccianti agricoli, che dal 2000 al 2005 avrebbero riscosso alcune indennità di disoccupazione e altri titoli creditizi a cui però non sarebbero spettati. L'Inps, per via di questo raggiro, avrebbe collezionato una serie di buchi per un totale di due milioni 800mila euro. Nei guai sono finiti tre responsabili di un'azienda agricola e 577 dipendenti. A capo di questa azienda agricola, ci sono i nomi di tre persone che avrebbero partecipato a vario titolo, e sotto le quali c'erano i 577 dipendenti. Si tratta di Santino Franco, 56enne, del fratello Marcello Franco, di 51 anni, imprenditore, e della moglie Anna Cristina Cataldi, che risiede a Copertino. Ma i coltivatori, in campagna, a quando è dato di sapere, non avrebbero mai prestato la loro opera. Quindi, secondo una prima ipotesi avanzata dal procuratore Giovanni Gagliotta, i rapporti di lavoro sarebbero stati limitati o addirittura inesistenti. Le informazioni per la conclusione delle indagini saranno notificati in questi giorni dagli ufficiali di polizia giudiziaria. L'ipotesi di reato che andrà a costituire l'accusa, per i 580 indagati, è quella di truffa aggravata in concorso. L'indagine fu avviata a partire da un esposto che venne raccolto dai carabinieri del Nucleo dell'ispettorato del lavoro che portò avanti la prima fase d'indagine in concomitanza con la magistratura. Ora però bisognerà verificare gli atti dell'Inps avrebbe erogato a beneficio dei presunti falsi dipendenti braccianti agricoli che risiedono fra Veglie, Porto Cesareo, San Cesario, Salice Salentino, Copertino, Nardò, Monteroni, Leverano, e San Pancrazio Salentino in provincia di Brindisi.
E sempre per quanto riguarda il settore giudiziario, ma in un altro campo, il prossimo 27 marzo si aprirà il processo per sei persone delle otto indagate nell'inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla truffa per l'ottenimento di erogazioni pubbliche che un imprenditore italo-americano avrebbe realizzato con salentini, inglesi, e asiatici. Sulla base dell'inchiesta i finanziamenti della 488, che avrebbero ricevuto con i Piani integrati aziendali per 32 milioni di euro. Denaro col quale alcune società avrebbero dovuto realizzare capannoni industriali nel basso Salento. I componenti compariranno davanti ai giudici della prima sezione penale di Lecce. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Imerio Tramis, ha presentato la richiesta di processo che poi fu accolta dal gup Carlo Cazzella. Nell'indagine anche alcuni funzionari della Regione e del ministero per le Attività produttive che invece avrebbero avuto l'incarico di collaudare i capannoni. Indagine nei loro confronti che però non andò avanti per incompetenza territoriale.