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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 30/01/2009 | CRONACA
CONTROLLI E DENUNCE | Nei guai anche il proprietario di un fucile e un pregiudicato
Giro di vite dei carabinieri a Porto Cesareo.
Sette le persone denunciate a piede libero
Controlli della locale stazione all'interno di un immobile dove si stavano effettuando lavori di frazionamento e allargamento volumetrico in difformità alle norme in vigore. Denunciate quattro persone. Un quinto denunciato per l'incendio di una Y10.

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PORTO CESAREO | Sette persone sono state denunciate a piede libero durante un giro di vite realizzato dai carabinieri di Porto Cesareo (dipendenti dalla Compagnia di Campi Salentina, del tenente Simone Puglisi), questa settimana, nell'ambito di un servizio finalizzato alla prevenzione e al contrasto dei reati in genere. In un appartamento, alcuni operai stavano realizzando lavori finalizzati al frazionamento dell'immobile, e al suo incremento volumetrico. Per questo motivo, quattro persone sono state denunciate.

Per l'incendio di un'autovettura, invece, nei guai è finito un uomo di Porto Cesareo che è stato ritenuto responsabile dell'incendio di una Y10 che ci fu in città il 21 gennaio scorso. La quinta persona denunciata, invece, è un uomo che aveva omesso di denunciare il cambio di detenzione del proprio fucile. Infine, un pregiudicato è stato deferito per non essersi attenuto alle pene accessorie disposte dal Tribunale di sorveglianza. A Lecce, invece, un poliziotto ha sorpreso un minorenne chiedere l'elemosina, durante il tragitto per accompagnare il figlio a scuola. In quest'ultimo caso l'agente, che lavora alla Questura di Lecce, in servizio presso la Sezione volanti, dopo essere stato fermato in via 95esimo Reggimento Fanteria, all'incrocio con viale Japigia, dal minorenne, ha provveduto a chiamare i colleghi in servizio.

A loro ha riferito che un ragazzino, poi rivelatosi un minorenne di 16 anni, chiedeva l'elemosina, tanto da ipotizzare che ci fosse qualcuno più grande di lui alle sue spalle che lo costringeva a chiedere il denaro. Il 16enne, al controllo degli uomini, quelli in divisa, questa volta giunti sul posto dagli uffici della questura, ha riferito di essere in attesa del padre. Il padre, raggiunto il figlio minorenne, è stato identificato per M.I., originario di Cujmir, in Romania, di 38 anni, risultato essere residente a Strudà, frazione di Vernole. Entrambi sono stati condotti in questura, e il padre è stato denunciato a piede libero perché ritenuto responsabile del reato di impiego di minori nell'accattonaggio. A seguito dell'intervento è stata informata l'autorità giudiziaria del tribunale per i minorenni di Lecce.

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