LECCE | Continua la vicenda giudiziaria sull'Università del Salento. Il pubblico ministero, Marco D'agostino, ha chiesto il rinvio a giudizio per 23 persone coinvolte nella storia insieme ad altre due. Dei risvolti sull'inchiesta si sono avuti nella giornata di oggi. Infatti, nel registro degli indagati, non compare più il nome della sorella di Angelo Tondo né quello di Maria Luce Erroi, inoltre, la posizione dell'ex assessore migliora, nei suoi confronti è stato cancellato uno dei reati di cui era accusato: associazione a delinquere. L'ex assessore continuerà ad essere accusato di corruzione, peculato, truffa e abuso d'ufficio. L'indagine fu condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce che allargarono le ricerche seguendo la realizzazione del Polo Umanistico presso l'ex Manifattura tabacchi e il piano di riqualificazione del rione San Pio della città barocca. Inoltre, nel registro degli indagati, compare il nome dell'ex magnifico rettore Oronzo Limone, del figlio Pierpaolo, del capo di gabinetto, quello di Raffaele Attisani, dirigente comunale, indagato per un presunto caso di corruzione. Secondo le indagini svolte, si presume che il Comune avrebbe assegnato delle abitazioni e dei posti di lavoro in cambio di voti in campagna elettorale. L'amministrazione comunale aveva intenzione di smantellare il parco, realizzando sull'area dei parcheggi e un centro commerciale. Durante i lavori di riqualificazione di palazzo Vernazza, emergono alcune presunte irregolarità. Per quanto riguarda la vicenda dell'ex rettore Limone, bisognerà chiarire la vicenda di frigoriferi acquistato a spese dell'Università, telefonate, pranzi inesistenti. Ora si attende l'udienza preliminare che sarà decisa dal gup Nicola Lariccia.