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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 29/01/2009 | CRONACA
FINANZA | Gli accertamenti realizzati guandando nei conti bancari
Bancarotta fraudolenta, fatture inesistenti.
Nei guai sette persone del settore tessile
Nardò. Sette persone sono state denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. I soci, l'amministratore unico e i due «di fatto», avrebbero distratto beni complessivi 225mila euro, con l'emissione di fatture per operazioni inesistenti.

NARDÒ | Avrebbero emesso fatture per operazioni mai effettuate. Un modo come un altro, per un'azienda tessile, per fare fronte alla crisi. In un'altra occasione, avrebbero addirittura dichiarato il pagamento di lavori, prestazioni sulle quali però non sarebbe stato versato un centesimo. L'azienda, nel 2005, fu dichiarata fallita, a seguito di una complessa indagine condotta dai militari del corpo della Guardia di finanza della Compagnia di Gallipoli, diretti dal capitano Umberto Maria Bianco. La somma, alla quale i finanzieri hanno poi ricondotto l'accaduto, è stata di 225mila euro, da dividersi fra 77mila euro, che sarebbero le fatture «fantasma» cioè quelle mai attribuite, e 150mila euro per opere che non sarebbero però mai state pagate ai propri rispettivi creditori.

 

Con queste cifre, la Guardia di finanza ha ritenuto opportuno intervenire per mettere fine a quello che è ora il capo d'imputazione: associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Secondo le indagini svolte dai finanzieri, il ruolo centrale era svolto dall'amministratore unico della società fallita e dai due amministratori «di fatto» della stessa. Ma partecipi nell'attività illecita, al vaglio dunque degli inquirenti, ci sarebbero anche altri quattro imprenditori compiacenti, che avrebbero contribuito a concretizzare quella che si è poi rivelata la condotta dell'azienda, proprio attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Due di queste persone lavorano nel settore dell'edilizia, un terzo nell'impiantistica, e il quarto nel settore tessile.

 

La società fallita è stata spogliata dei beni e del denaro costituenti il patrimonio aziendale, con grave danno ai creditori. Sul fronte delle indagini, le fiamme gialle hanno operato andando a guardare nei conti correnti bancari, portando a conclusione una serie di accertamenti, sia in merito alle fatture emesse, ma non riconducibili a una reale attività, e poi ascoltando i creditori che avrebbero riferito, nella fase preliminare di non aver mai ottenuto alcun compenso. In tutto dunque, le persone denunciate, che ora dovranno rispondere dell'associazione per delinquere sono sette.

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