LECCE | Entrano nell'abitazione di un impiegato delle ferrovie dello Stato e fanno razzia di monili in oro. Il fatto è successo nei giorni scorsi, e va a contribuire al dato allarmante dei furti che vengono perpetrati o tentati all'interno degli appartementi della città. Quest'ultimo episodio è accaduto quando il proprietario di un'abitazione che si trova in via Marinosci, al civico 25, nelle vicinanze di viale dello Stadio, è tornato a casa dopo una trasferta con la famiglia. Al ritorno nell'abitazione in cui è domiciliato, il nucleo famigliare, composto dal marito impiegato, O.R., dalla moglie e due figli, si è accorto che una finestra di casa era stata distrutta. I malviventi avrebbero agito approfittando dell'assenza della famiglia, che aveva lasciato la casa incustodita e priva di sistema d'allarme. O meglio, di allarme, la casa, era pure fornita, ma i ladri hanno avuto terreno facile, perché non era stato inserito. E sono bastati pochi minuti per mettere a soqquadro l'appartamento, aprendo gli armadi e trafugando nei cassetti, dov'erano custoditi monili in oro, gioielli, e argenteria. I danni sono stati quantificati per 10mila euro circa. Quando il capofamiglia, questa mattina attorno alle 11,30 si è accorto di quanto era accaduto durante la sua assenza, ha chiamato i carabinieri al numero di pronto intervento 112.
Dal comando stazione di Lecce principale, è giunta una pattuglia che si è interessata di fare tutti i rilievi, nel tentativo di raccogliere elementi utili per risalire agli autori del furto. Ma sui mobili e sui vetri non sono state trovate impronte. Difficile anche stabilire a che ora avrebbero agito gli autori del furto. Se quell'elemento si potesse sapere, spiegano i carabinieri, probabilmente sarebbero sulle loro tracce. L'unica cosa, in merito all'orario, che si può dire, è che i malviventi abbiano agito di notte. Le indagini non guardano ad una direzione in particolare, ma si cercano tasselli comuni per cercare l'anello di congiunzione che possa tradire i malviventi. Forse sono giunti dal brindisino, o comunque dal nord leccese, ma questa al momento resta soltanto una flebile ipotesi. I carabinieri, per le indagini, non potranno contare neppure sulle immagini di un sistema di videosorveglianza. In casa non ci sono telecamere a circuito chiuso. Nè tantomeno alcuno ha visto la scorribanda fuggire via. Pertanto non è possibile dire che abbiano utilizzato un'auto piuttosto che un'altra.