LECCE | Via Martiri d'Otranto ormai sta diventando un lontano ricordo. I continui blitz di forze di polizia stanno portando le prostitute e i trans a nascondersi nelle case private, fissando appuntamenti spesso via internet tramite i social network e i portali di annunci gratuiti. Il giornale di annunci che va in edicola viene usato sempre meno, perché esce solo una volta a settimana, mentre su internet gli incontri possono essere organizzati in pochi minuti mettendo l'annuncio e preparandosi addirittura a temporanee trasferte. «Badoo» e «Facebook» ne sono l'esempio più lampante. Navigando fra i profili ci si imbatte in pseudonimi e nickname che riportano il nomignolo «trans» o «lsb», quest'ultimo per indicare che una ragazza è lesbica e non vuole essere contattata da uomini. Qualcuno anche minorenne si nasconde dietro l'età di un appena maggiorenne, perché su questi portali l'iscrizione non è possibile se non si è raggiunta la maggiore età. Ci sono pure quelli che amano fotografarsi nudi in posizioni sessuali, uploadando fotogallery private, che si possono visualizzare soltanto a seguito dell'inserimento di una password. Isabell, una trans brasiliana, si è appena cancellata, mentre altri sono ancora iscritti e prendono appuntamenti tranquillamente attraverso la chat, senza neppure curarsi di conoscere il proprio interlocutore pur di racimolare qualche centinaio di euro. Anche «Emily» si è appena cancellata. Anche lei, un trans.
Ma c'è un altro sito, fatto esclusivamente di annunci, che fu oggetto d'attenzione qualche tempo fa, da parte dei carabinieri della tenenza di Martano. Il 17 settembre i carabinieri fecero un blitz all'interno della casa data in affitto da parte di un imprenditore, in cui un giovane sfruttando giovani ragazze le faceva prostituire all'interno di una casa d'appuntamento (http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?code=1194). In quell'occasione, i carabinieri diretti dal maresciallo capo Gianluca Piconese, misero fine a quanto si stava perpetrando all'interno di quell'appartamento sulla base di alcune segnalazioni giunte dal paese. E così, il «bed & breakfast del sesso» fu chiuso. Ora, dopo l'ennesimo blitz da parte di carabinieri di Lecce, via Martiri d'Otranto non è più il punto di riferimento dei leccesi (che è stata oggetto d'attenzione dal parte del sindaco che con un'ordinanza ne ha limitato il traffico nell ore notturne). Il sesso a pagamento, piuttosto, si sposta su internet. Coniando in taluni casi termini del tutto nuovi. Perché parlare su internet di denaro è illegale. E allora lo si camuffa con termini scelti ad hoc per non incappare in alcun tipo di contestazioni. Per questo, andando sul sito «Kijiji», si può leggere: «Se avete 200 buoni motivi per incontrarmi fallo perché ci divertiremo». I duecento buoni motivi, ovviamente, sono duecento euro. Cioè significa «sono pronta a prostituirmi se mi dai 200 euro».
Una casalinga è disposta a incontrare signori di classe «per giochi maliziosi e 150 saluti». I centocinquanta saluti sono 150 euro, ovviamente. Ma ci sono anche formule più «delicate» se così possiamo dire. Come ad esempio i «petali» disposti a strappare per una donna, o le «rose» che si è disposti a regalare. E se una rosa da un fioraio costa un euro. Duecento rose sono 200 euro. Altro che giornali d'annunci in edicola. Su internet gli utenti inseriscono continuamente, quotidianamente, praticamente ogni ora, annunci legati ad appuntamenti per sesso. Solo ieri un «quarantenne di presenza, classe e cultura cerca vera studentessa amante dei fiori». I fiori sono soldi che l'uomo è disposto a sborsare per incontrarsi con una giovane universitaria. E ancora, fra gli annunci, le richieste in cambio di denaro si fanno chiedendo «baci», come per esempio questo: «Cerco casalinga per sabato pomeriggio offro dai 400 baci in su per un paio d'ore di buon s...o».