LECCE | Risulterebbero inquinati i pozzi dopo la perizia effettuata all'ex deposito Apisem. Infatti, secondo quanto emerso dalle indagini di un possibile inquinamento delle falde acquifere, nel sottosuolo ci sarebbero delle tracce di benzene cancerogeno e di oli minerali. Questa quindi la conclusione degli esperti che hanno effettuato le analisi, nominati dal pm Massimo Catalano, Alessandro Polimero, Francesco Fracasso e Guglielmo Cataldi. L'incidente probatorio fu disposto dal gip Maurizio Saso, per accertare se l'area fosse inquinata. A far partire le indagini fu una segnalazione dei signori Fiorentino che allarmavano la presenza di forti odori non più sopportabili. Infatti, con la perizio effettuata, i presupposti della famiglia hanno tolto dubbi e incertezze perchè in un solo pozzo è risultato presente il 75 per cento di idrocarburi, mentre il restante 25 di acqua. Con l'accusa di avvelenamento di acque e commercio di sostanze alimentari adulterate, è stato iscritto nel registro degli indagati l'imprenditore Giovanni Semeraro. Secondo le ipotesi della Procura leccese, le acque circostanti siano state inquinate, a causa dello sversamento di idrocarburi e oli minerali sul territorio dell'ex deposito Apisem, situato in via Taranto a Lecce. Le acque, quindi, sarebbero state inquinate attraverso la falda acquifera sottostante. Intanto bisognerà attendere la conclusione della fase preliminare del processo. L'incidente probatorio è stato effettuato per accertare se il suolo, sottosuolo e acque fossero realmente contaminate. La famiglia Fiorentino si è costituita parte offesa.