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LECCE | Si è svolto nella tarda serata di ieri il processo nei confronti di Carlo e Massimiliano Palumbo, due fratelli di Melendugno. Entrambi sono stati condannati a 20 anni di carcere. Il processo si è svolto alla presenza del giudice Giacomo Conte. I due fratelli gioiellieri erano stati accusati di aver dato degli indizi ad alcuni malviventi che nel 2002 misero a segno due rapine, colpendo dei rappresentanti di gioielli diventando, in questo modo, complici insieme ai rapinatori dei furti. Il primo rappresentante ad essere preso di mira fu Francesco Rivalpella. L'uomo, il 16 ottobre di quell'anno venne aggredito nelle vicinanze di un albergo di Lecce. In quell'occasione vennero portati via dei preziosi per un valore di 85mila euro. Tutti gli spostamenti su Rivalpella nella città capoluogo del Salento, vennero forniti dai due fratelli Palumbo. Il 9 dicembre accadde un altro fatto analogo. Una rapina effettuata nelle vicinanze della gioielleria «Prisma», di proprietà dei due fratelli Palumbo, situata a Melendugno. In quest'ultima circostanza, i rapinatori portarono via una valigetta e due borse con all'interno circa sei chili e mezzo di preziosi e 360mila euro in contanti. Il pm Lino Bruno, durante la sua requisitoria, chiese 13 anni di carcere per ognuno dei fratelli. Gli avvocati dei Palumbo, Francesca Conte e Angelo Pallara, avevano chiesto l'assoluzione dei loro assistiti.