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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 22/01/2009 | CRONACA
GIUDIZIARIA | La donna gestiva un «centro massaggi», utilizzato come copertura
Arriva la sentenza per la regina del «gatto nero».
Condanna di tre anni e quattro mesi di reclusione
Si è svolto nella mattinata di oggi il processo per Vincenza Pastorelli, 42enne di Guagnano, che nel 1969 vinse lo «Zecchino d'oro» con la canzone «Volevo un gatto nero». La donna era accusata di sfruttamento della prostituzione e di spaccio di cocaina ed eroina.
di Paolo Franza


LECCE | È stata condannata a tre anni e quattro mesi Vincenza Pastorelli, 42enne di Guagnano. Nel 1969 iniziò la sua carriera televisiva diventando la regina dell'Antoniano di Bologna quando, con la canzone «Volevo un gatto nero», vinse l'edizione dello «Zecchino d'oro». La bambina bionda, crescendo, è rimasta sempre sugli schermi televisivi, intraprendendo altre strade, come quella della cartomanzia. Nel 19 dicembre del 2007 continuò a far parlare di se, questa volta per una triste notizie di cronaca. Infatti, i carabinieri la arrestarono per una presunta vicenda di sfruttamento della prostituzione e dei reati per droga. Oltre a lei, le manette furono strette al compagno Pasquale Trevisi, convivente 29enne della Pastorelli. Anche lui accusato degli stessi reati, sfruttamento e spaccio di cocaina ed eroina. I carabinieri di Campi Salentina, che avviarono le indagini, accertarono che il reato di favoreggiamento della prostituzione si svolgeva in due centri massaggi che la donna gestiva nella provincia di Lecce. La donna ebbe anche altri precedenti. Prima ancora ottenne l'incarico come insegnato presso la scuola elementare di Stradella. Dopo qualche mese l'incarico le venne tolto per alcuni reati. Anche al nord la donna aprì un centro massaggi, analogo a quello chiuso durante l'operazione denominata appunto «Gatto nero».

 

Alla presenza del gup Annalisa De Benedictis, la donna è stata condannata a tre anni e quattro mesi di reclusione. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. Lo scorso 11 novembre, durante l'udienza, il pubblico ministero Guglielmo Cataldi, invocò nella sua requisitoria quattro anni di carcere. Gli anni sono diminuiti perchè il gup ha riconosciuto le attenuanti generiche e escluso il reato di favoreggiamento della prostituzione. Nei confronti della donna pendeva anche il reato di estorsione, che si è aggiunto alla pena inflitta alla donna. Il legale della Pastorelli, Tommaso e Nicola Stefanizzo, avevano chiesto l'assoluzione della donna. Tutto quello che accadeva nei centri di massaggio, in particolare quello di Lecce, situato in via Casanello, e quello di Guagnano, realizzato in via Roma, è stato scoperto dai militari di Campo che hanno svolto accurate indagini servendosi di intercettazioni ambientali, delle microtelecamere e vari pedinamenti e appostamenti. L'identificazione di «centro massaggi» era una copertura, infatti, all'interno vi erano delle ragazze che andavano ben oltre, arrivando a delle prestazioni sessuali. Atti registrati dalle telecamere e che avevano un costo che si aggirava dalla 50 alle 500 euro. Il compagno invece è stato condannato già a tre anni di carcere, mentre la Pastorelli è stata anche sospesa dall'attività di insegnante.

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