ALESSANO | Sbanda con l'auto, ed esce fuori strada. Poi il capottamento, terribile. Che si è concluso in aperta campagna. Lui esce dall'abitacolo, spaventato e stordito, e chiama i genitori. «Papà ho fatto un incidente», dice. Da lì l'arrivo di un'ambulanza che lo ha portato in ospedale per accertamenti. Ma proprio durante quegli accertamenti, il suo quadro clinico si è aggravato notevolmente, e per lui non c'è stato nulla da fare. Ancora una volta il Salento registra le sue vittime innocenti, e ancora una volta per colpa delle strade salentine, spesso pericolose, pericolosissime. Aveva appena concluso di lavorare in un locale notturno, e stava tornando a casa, in via Kennedy, dove risiede con la famiglia. E ha imboccato la Alessano-Specchia, la strada provinciale 242 proprio in direzione di quest'ultima località. L'asfalto era indubbiamente stato reso viscido dalla pioggia, perché la sera prima, anche a Specchia aveva piovuto, e l'asfalto del manto stradale aveva perso la sua aderenza. A un certo punto, Salvatore De Giovanni, 24 anni (compiuti il 30 dicembre scorso), di Specchia, ha perso il controllo del mezzo che ha cominciato a sbandare terribilmente, fino a uscire fuori strada in aperta campagna. Erano appena scoccate le quattro della notte. De Giovanni aveva raggiunto quel tratto di strada che ricade in località «Bocetti». Si è lasciato la carreggiata sulla sinistra, l'auto appena fuori strada si è ribaltata ma lui non è stato proiettato fuori dall'abitacolo. Tant'è che, uscito dall'abitacolo, ha impugnato il cellulare e ha chiamato a casa. Ha chiesto aiuto al padre, al quale ha riferito di essere uscito fuori strada e di aver fatto un incidente.
Nel frattempo sono stati allertati i soccorsi, mentre i familiari lo hanno raggiunto sulla 242. Da Alessano, i soccorritori del servizio d'emergenza sanitaria 118, come da prassi, per scongiurare qualunque tipo di conseguenza, gli hanno messo il collarino, la protezione cervicale, e quella spinale e lo hanno fatto stendere su una barella. Dopodichè lo hanno portato in ospedale, al nosocomio «Cardinale Panico» di Tricase, dove i medici del pronto soccorso hanno fatto davvero di tutto per salvarlo. Dapprima in rianimazione, i medici del nosocomio tricasino hanno ritenuto opportuno fargli fare una Tac in modo da avere un quadro complessivo generale. Ma il quadro clinico è andato via via peggiorando. Cinque minuti dopo le sette, Salvatore De Giovanni è spirato per via del gravissimo trauma toracico che gli impediva di respirare, e gli ha danneggiato i polmoni. Per tutti i rilievi, e per ricostruire la dinamica dell'incidente sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Tricase, diretti dal capitano Andrea Bettini. Nella vita svolgeva il lavoro di meccanico, all'interno di un'autofficina dove aveva trovato lavoro. Poi, come detto, per arrotondare, faceva anche qualche lavoretto notturno in un locale. Ora, il magistrato nominato di turno, il sostituto procuratore Emilio Arnesano, potrebbe riconsegnare oggi stesso la salma ai familiari, senza disporre l'autopsia, ma soltanto dopo aver commissionato al medico legale l'ispezione cadaverica. Col suo decesso, Salvatore lascia il padre Nicola De Giovanni che si occupa di lavori di muratura e la madre Lucia. In paese, lo ricordano tutti con grande affetto. Anche il sindaco della città, Antonio Lia, lo ricorda con affetto. «Era una ragazzo semplice, un lavoratore, piuttosto conosciuto - dice - Sono vicino alla famiglia per questa tragedia, che segna terribilmente il bilancio di morti sulle strade che il nostro Salento sta vivendo». (r.f.)