UGENTO | I contestatori concludono la protesta. O meglio, come hanno deciso oggi in serata, la sospendono. Fino al 31 gennaio, quando i rifiuti dell'Ato Lecce 2 dovrebbero subìre il processo di lavorazione passando da Poggiardo, dagli stabilimenti della Sud Gas, per essere lavorati prima di raggiungere l'impianto per il cdr, mentre quelli dei comuni del Capo di Leuca, dell'Ato Lecce 3, continueranno a depositare fino a giugno, quando la discarica sarà ormai satura e quindi chiusa. Questa mattina in prefettura, nel corso del maxi vertice, al quale hanno preso parte i presidenti delle tre Ato, Gianni Garrisi, Silvano Macculi, e Donato Martella, si è deciso di muovere verso il processo di smaltimento, che dovrebbe concludersi col lavoro degli impianti di Cavallino, in grado di supportare (almeno questo è quanto si è detto questa mattina) i rifiuti provenienti dai tre ambiti territoriali, praticamente da tutta la provincia. A Ugento, dopo una prima decisione da parte dei contestatori, primo fra tutti il rappresentante del Comitato «Burgesi pulita», Mario Ricchiuto, di continuare a oltranza la protesta col blocco della discarica «a costo dell'intervento di polizia e carabinieri», i contestatori hanno sottoscritto un controdocumento al protocollo firmato in prefettura, in cui si impegnano a sospendere (questo è il termine esatto) la contestazione fino al 31 gennaio, cioè fino a quando potranno avere la prova della legittimità del protocollo sottoscritto fra gli altri anche dal presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, dal vicepresidente della Regione, Sandro Frisullo, e dal sindaco di Ugento, Eugenio Ozza. Una sorta di «messa alla prova» durante la quale i contestatori verificheranno che effettivamente il protocollo sottoscritto questa mattina sia rispettato a pieno titolo, e che porterà quindi, alla chiusura definitiva della discarica. E non sia, dunque, solo un palliativo per zittire i vari comitati di protesta. La situazione, comunque, si è resa insostenibile anche perché, sottolinea uno di loro, non c'è stata la partecipazione popolare che si era auspicato. Non è tutto. Infatti qualora non si dovesse rispettare il patto, e se gli autocompattatori dell'Ato Lecce 2 dovessero ripresentarsi, si dicono pronti a riprendere la protesta, anche violenta. Ormai a discarica Burgesi non c'è più nessuno, e i gruppi di contestatori, così come i rappresentanti dei comitati sono tornati a casa. Tutti tranne polizia e carabinieri, che continueranno a presidiare l'ingresso di contrada Burgesi, per permettere, domani mattina, l'ingresso degli autocompattatori che ricominceranno il giro di raccolta. E comunque, come detto, se nelle prossime ore ci dovesse essere un contrordine, le forze dell'ordine si dicono pronte ad ottemperare ai comandi. A far sgomberare l'area, dunque, anche a costo dell'utilizzo dei manganelli.