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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 05/01/2009 | CRONACA
LA DIFESA | L’uomo sarebbe morto a causa del suo lavoro
Giallo di Taurisano: 22 anni di carcere.
A giorni il verdetto per Lucia Bartolomeo
Il pubblico ministero, Guglielmo Cataldi, ha chiesto 22 anni di reclusione per Lucia Bartolomeo, la donna accusata di aver ucciso il marito, Ettore Attanasio, lo scorso 29 maggio del 2006. L’8 gennaio spetterà la parola alla difesa, poi si passerà alla sentenza finale.

TAURISANO | Si concluderà tra pochi giorni il processo nei confronti di Lucia Bartolomeo, la donna accusata di aver ucciso il marito con una dose letale di eroina per vivere tranquillamente la presunta storia con l’amante. Nell’aula del Tribunale della Corta d’Assise di Lecce, il pubblico ministero, Guglielmo Cataldi, ha chiesto 22 anni di reclusione per la donna di Taurisano. Nella stessa aula è stata richiesta la somma dalle parti civili di 500mila euro, da destinare alla figlia di 7 anni, avuta con il marito Ettore Attanasio, da tempo malato di tumore e che l’infermiera 36enne avrebbe deciso di ucciderlo lo scorso 29 maggio del 2006, anche lui della stessa età della consorte. Secondo le indagini avviate dagli agenti del commissariato di Taurisano e secondo il pubblico ministero, la donna è accusata di aver ucciso il marito nel sonno. Tutto questo venne accertato dalle intercettazioni telefoniche, dalle quali uscì fuori che Bartolomeo aveva una storia da diverso tempo con un altro uomo e che quindi uccidere il marito sarebbe stato per lei una liberazione. Esattamente 17 giorni dopo la morte è stato effettuato l’esame tossicologico sul corpo di riesumato di Attanasio, che ha avuto però un esito negativo, in quanto il medico legale , Alberto Tortorella, non avrebbe trovato nessuna traccia di eroina. Secondo i primi accertamenti effettuati poche ore dopo la sua morte, pare che l’uccisione sia stata causata dalla droga. Questo però non si può accertare con certezza, in quanto il corpo si trovava in un evidente stato di decomposizione e quindi non fu possibile controllare gli organi vitali. I famigliari di Attanasio hanno da sempre confermato che l’uomo non era un tossicodipendente. Questo ha messo in dubbio gli inquirenti che indagando hanno effettuato un esame sui capelli del 36enne, andando ad affermare le dichiarazioni dei parenti. Secondo i legali della difesa, Attanasio, lavorando presso la discarica «Burgesi» di Ugento, avrebbe inalato sostanze tossiche sul lavoro che avrebbero causato la sua morte. Intanto, i legali della Bartolomeo, Pasquale Corleto e Silvio Caroli, lo scorso 12 luglio riuscirono a portare la donna ai domiciliari, dopo la lettura della sentenza di Giacomo Conte, presidente della Corte d’Assise. Ora si attenderà l’8 gennaio per la sentenza in cui sarà la difesa ad esprimersi sulla richiesta di condanna espressa dal pubblico ministero, successivamente si attenderà il verdetto finale della vicenda.

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