GEMINI (UGENTO) | Continua il sit-in di protesta nelle vicinanze della discarica Burgesi di Ugento. Essendo domenica i cancelli della Monteco dovrebbero restare chiusi, inutile quindi la presenza dei manifestanti in protesta che da due giorni stanno bloccando le strade di accesso alla discarica. Ma i cittadini non ci stanno, l’obbiettivo non è soltanto il divieto d’accesso dei rifiuti, ma anche la richiesta di una soluzione alternativa alla discarica. Intanto nella mattinata di oggi, i consiglieri di maggioranza e di opposizione, e anche i cittadini, del Comune di Ugento, hanno incontrato i giornalisti, chiarendo le idee su quanto sta accadendo nella città, dato che il fatto è stato preso in considerazione dai media nazionali. Intanto domani verrà inviata una lettera all’Arpa, da parte di alcuni consiglieri di opposizione che chiedono dei dati ufficiali sulla situazione ambientale ad Ugento, infatti, come sostiene il consigliere di Rifondazione Comunista del Comune di Ugento, Angelo Minenna, «Depositeremo la lettera e confidiamo nella sensibilità del presidente della commissione Ambiente di Palazzo dei Celestini, Nicolino Sticchi, per una convocazione della commissione ambientale a Ugento e non a Lecce, proprio in sede di discarica, cosi come è stato fatto per Cavallino». Il consigliere Renato Gianfreda invita tutte le forze politiche a non «cavalcare» molto su quello che sta accadendo, cercando quindi di lottare per la situazione ambientale, per la salute dei cittadini, al di dà di ogni colore politico. Secondo Gianfreda «Ugento ha già dato tanto, purtroppo dovrà dare ancora per molti anni con la realizzazione dell’impianto di bio stabilizzazione, anche se è meno importante della discarica, non è il momento di aggiudicare le colpe di quello che è successo. Vorrei invitare vivamente il consigliere regionale Rocco Palese a non tirare acqua al suo mulino dal punto di vista politico, cosi come è stato fatto nella riunione dell’Ato Le/2 del 29 e nel consiglio comunale del 31». La sede ufficiale per stabilire il tutto è già stata fissata per il prossimo 7 gennaio, anche se Gianfreda precisa che «la riunione in Prefettura non è stata una conseguenza della manifestazione, ma era già stata organizzata per altri motivi. Nella serata di ieri ho chiesto di anticiparla la riunione, ma per vari motivi non è stato possibile, - ironizzando ha conluso - anche se davanti all’emergenza non esistono ferie». Intanto, mentre ad Ugento si discuteva sul da farsi, circa 40 manifestanti hanno presidiato, e continuano a farlo, le strade che conducono alla discarica Burgesi per impedire il conferimento dei rifiuti di gran parte dei Comuni salentini disposto fino al 31 gennaio da un'ordinanza del commissario per l'emergenza ambientale in Puglia Nichi Vendola. Proprio ieri il Tar ha respinto l’ordinanza avanzata dal sindaco Eugenio Ozza.
Michele La Macchia, presidente Anci Puglia, scrive una lettera aperta al sindaco di Ugento: «Comprendo le ragioni della tua ordinanza, la protesta e la preoccupazione dei tuoi cittadini poichè in questi anni il territorio di Ugento si è fatto carico dei problemi di smaltimento dei rifiuti del sud Salento. Come Anci abbiamo recentemente siglato un importante accordo con la Regione e i presidenti dei consorzi Ato che prevede tra gli altri due punti fondamentali: l’approvazione dei piani d’ambito con la chiusura del ciclo in ogni Ato, in modo che ogni territorio si faccia carico della gestione dei propri rifiuti e la verifica della impiantistica necessaria al completamento del ciclo, con integrale finanziamento da parte della Regione. In considerazione che la protesta può in questa fase creare situazioni di allarme igienico sanitario in buona parte dei comuni salentini con conseguenti danni a carico degli incolpevoli cittadini e pur sapendo che vi sono colpe di altri livelli istituzionali per i ritardi finora accumulati, ma anche ritardi nostri, delle autonomie locali, per non aver speditamente attivato la raccolta differenziata, sono a chiederti di adoperarti per rimettere in funzione la discarica di Ugento, accogliendo i rifiuti per prossimi trenta giorni o il minor tempo strettamente necessario a consentire all’intero sistema comuni, province e Regione di trovare una soluzione stabile e definitiva per la corretta gestione dei rifiuti nel Salento e procedere successivamente alla bonifica e alla messa in sicurezza del sito».
I cittadini di Nardò temano che possano essere chiamati in causa. Il Comitato per la Tutela del Paesaggio di Nardò, ha appreso delle voci ricorrenti riguardanti una possibile riapertura della discarica di Castellino, e chiama i neretini ad uno scatto d'orgoglio, ad un impegno per la tutela dei supremi interessi esistenziali degli stessi e dei propri figli, nonché ad una difesa degli interessi economici e patrimoniali della città, gravemente lesi da una eventuale rimessa in esercizio della discarica. Questo viene rammentato dal Comitato a chi non vuol capire l'irrazionalità della scelta, che si trova a 500 metri dall'ospedale e a pochi metri dalle case dei neretini, che ne subiscono, da interminabili anni, tutti gli aspetti negativi. A tal proposito, viene reso noto che già da tempo, il Ctp ha avviato un serrato confronto con esperti ambientali e sta analizzando la «questione Castellino» dai vari punti i vista. Questo per sollecitare una veloce messa in sicurezza e non certo, secondo il Comitato, per assistere ad una riapertura. Ciò significa che in alcun modo sarà disponibile ad accettare una riapertura di quel mostro che è stato ed è l'impianto di Castellino. Per queste ragioni ha dato alle stampe un manifesto che traccia nettamente la propria posizione. «Siamo un avamposto di coscienza civile - dice Francesco Muci, presidente del Ctp - che riunisce sotto il preminente interesse della città di Nardò e dei suoi abitanti, i tantissimi neretini che avvertono il bisogno di lottare per una città migliore. Tra noi ci sono uomini e donne di destra, di sinistra e persone completamente estranee alla politica; ci sono ambientalisti e cittadini portatori di altre sensibilità. E per tutti l'obiettivo comune è la difesa della città da quanti vogliono approfittare del vasto territorio neretino per lucrare, incuranti dei danni comportati all'ambiente e a quanti in quest'ambiente lavorano, vivono e allevano i propri figli. Noi diciamo: basta fregature». Michele La Macchia, presidente Anci Puglia, scrive una lettera aperta al sindaco di Ugento: «Comprendo le ragioni della tua ordinanza, la protesta e la preoccupazione dei tuoi cittadini poichè in questi anni il territorio di Ugento si è fatto carico dei problemi di smaltimento dei rifiuti del sud Salento. Come Anci abbiamo recentemente siglato un importante accordo con la Regione e i presidenti dei consorzi Ato che prevede tra gli altri due punti fondamentali: l’approvazione dei piani d’ambito con la chiusura del ciclo in ogni Ato, in modo che ogni territorio si faccia carico della gestione dei propri rifiuti e la verifica della impiantistica necessaria al completamento del ciclo, con integrale finanziamento da parte della Regione. In considerazione che la protesta può in questa fase creare situazioni di allarme igienico sanitario in buona parte dei comuni salentini con conseguenti danni a carico degli incolpevoli cittadini e pur sapendo che vi sono colpe di altri livelli istituzionali per i ritardi finora accumulati, ma anche ritardi nostri, delle autonomie locali, per non aver speditamente attivato la raccolta differenziata, sono a chiederti di adoperarti per rimettere in funzione la discarica di Ugento, accogliendo i rifiuti per prossimi trenta giorni o il minor tempo strettamente necessario a consentire all’intero sistema comuni, province e Regione di trovare una soluzione stabile e definitiva per la corretta gestione dei rifiuti nel Salento e procedere successivamente alla bonifica e alla messa in sicurezza del sito».