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UGENTO | Mai giorno più atteso fu quello del 7 gennaio, quando in Prefettura potrebbero farsi scelte decisive per il futuro dei rifiuti nel Salento. E in attesa di quella data, i cittadini ugentini, in concomitanza con quelli di Acquarica del Capo e di Presicce, presidiano la discarica «Burgesi», quella che loro ritengono sia satura, e non in grado di ospitare alcun tipo di rifiuto. Un territorio di nove ettari, in cui a fare da guardia ci sono tanto i cittadini dei comitati spontanei, quanto le forze dell'ordine, impiegate a garantire sicurezza. Un'apparente tranquillità, che potrebbe sfociare in una rissa qualora il prefetto di Lecce, Mario Tafaro, dovesse autorizzare l'ingresso all'interno della discarica degli oltre cento autocompattatori, che giungono non solo dai comuni facendi parte del bacino dell'Ato Lecce 3, quelli del Capo di Leuca, ma anche quelli dell'Ato Lecce 2, zona Gallipoli e comuni limitrofi. La discarica vista dall'esterno è già satura e i rifiuti si stanno già accumulando, perché l'ordinanza del sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, ha messo l'amministrazione dalla parte dei cittadini, che si vedono martoriare il proprio territorio da rifiuti che arrivano da circa settanta comuni. Più sentita la protesta tanto per i cittadini ugentini, e delle frazioni Gemini e Torre San Giovanni, e per quelli di Acquarica e Presicce, che si dicono stanchi delle scelte inopportune fatte a suo tempo come quella della realizzazione di un biostabilizzatore, che fu fatto, e che si sarebbe dovuto inaugurare nel mese di ottobre, se non fosse per un cedimento della struttura costruita su un territorio carsico, dove in profondità la falda acquifera ha reso il terreno molle e non in grado di sostenere tutto quel peso. In questo momento, la contestazione, che è andata avanti tutta la notte col presidio della discarica, è verso l'altra ordinanza, quella del presidente della Regione Puglia e commissario straordinario per l'emergenza ambientale Nichi Vendola, con la quale si autorizzano i tir della spazzatura che la raccolgono nei comuni dell'Ato Lecce 2 a utilizzare provvisoriamente, fino al 31 gennaio, come deposito dei rifiuti solidi urbani. Ma per i cittadini, cedere a una proposta del genere, significherebbe dare adito a scaricarne altri, «perché tanto - sottolineano - così non si può andare avanti, e la discarica è già parecchio sopraelevata». Nell'ordinanza del sindaco Ozza, invece, si ordina «alla Monteco Srl, in qualità di soggetto gestore, di non accettare i rifiuti solidi urbani provenienti dai comuni del bacino di utenza Ato Lecce 2» con «l’istituzione del divieto di circolazione, nel territorio di Ugento, dei mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti solidi urbani ed appartenenti ai singoli concessionari del servizio di raccolta Rsu dei Comuni appartenenti ai bacino di utenza Ato Lecce 2».
La protesta è cominiata già due giorni fa, quando in paese si diffuse la notizie che si sarebbe autorizzato gli autocompattatori a versare i propri rifiuti nell'area. Ma la protesta si è fatta viva il giorno dopo, ieri mattina cioè, quando si sono registrati diversi malumori, anche quando in loco si è recato l'assessore all'Ambiente della Provincia di Lecce, Gianni Scognamillo. Con diversi mezzi, e con striscioni di protesta, i cittadini si sono barricati nella zona, spiegando alle tv che qualora dovesse arrivare il nulla osta da parte del prefetto (e quindi qualora dovessero intervenire le forze dell'ordine) si dichiarano pronti a rispondere con la forza. Insomma, un «no» che non vogliono venga forzato dal potere istituzionale del prefetto o delle amministrazioni. Probabilmente dalla prefettura, il prossimo 7 gennaio, potrebbe arrivare una decisione, secondo la quale si autorizzerebbero per circa venti giorni gli autocompattatori a scaricare i rifiuti. Ma se lo si farà, forse a partire proprio dal sette gennaio, è difficile a darsi e l'ipotesi sembra piuttosto improbabile. Dunque, le posizioni da parte del centrodestra e del centrosinistra si stanno facendo sempre più aspre. Nelle posizioni c'è chi appoggia il sindaco Ozza e chi invece non condivide la posizione del centrodestra. E nel centrosinistra c'è chi aveva criticato la posizione del capogruppo regionale di Forza Italia, Rocco Palese, che questa mattina risposto con una nota a firma congiunta coi consiglieri regionali del Pdl, Raffaele Baldassarre e Mario Vadrucci. I tre auspicano la convocazione urgente di un Consiglio regionale e anche di quello Provinciale monotematici da tenersi, se necessario, anche a Ugento. «Informativa dettagliata e realistica del Commissario, presidente Vendola, dell’assessore Losappio e del presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino sui tempi di entrata in funzione degli impianti pubblici di smaltimento dei rifiuti. Al netto di polemiche e rivendicazioni di meriti e responsabilità, non siamo d’accordo sul fatto che la politica, e soprattutto, le istituzioni, debbano sparire da Ugento e, quindi, simbolicamente anche da questa gravissima emergenza. È gravissimo che in una tale situazione la riunione del 7 gennaio non venga anticipata e convocata ad horas. Respingiamo al mittente le accuse di essere stati zitti fino ad oggi, perché anche le pietre sanno che lanciamo allarmi nel vuoto fin da fine 2005. Politica e istituzioni devono restare accanto ai sindaci e ai cittadini avendo il coraggio di dire le cose come stanno. Disporre che per un mese anche i rifiuti del bacino Lecce 2 debbano essere smaltiti ad Ugento significa solo rinviare il problema: tra un mese non sarà cambiato nulla e dove andranno i rifiuti del bacino? Il presidente Vendola e l’assessore Losappio abbassino i toni e vengano nel Salento al fianco di tutti i sindaci, e non solo di quelli di casa loro, a spiegare ai cittadini cosa sta accadendo e perché. E, soprattutto, trovino una soluzione che possa andar bene da oggi fino all’entrata in funzione degli impianti. Se si chiede ai sindaci e ai cittadini del Salento di essere responsabili e solidali tra loro, si pretende che i primi a mostrare senso di responsabilità siano proprio gli esponenti del Governo e della maggioranza regionale. Come mai Vendola e Losappio fino a ieri sfilavano nei cortei a fianco di cittadini, associazioni ambientaliste e quant’altro e oggi frequentano solo le Prefetture o le sezioni dei loro partiti e scansano le manifestazioni di protesta? A parti invertite, ossia se al Governo della Puglia ci fosse stato il centrodestra, siamo certi che Vendola e Losappio sarebbero stati nelle piazze ad alimentarle, sostenerle e forse anche a fomentarle. Noi responsabilmente non lo abbiamo mai fatto, limitandoci alle denunce politiche, ma crediamo che chi sulle piazze ha costruito la propria carriera politica quando era all’opposizione, abbia il dovere morale e politico, di essere in piazza anche oggi che governa. A dare risposte e a far comprendere ai cittadini le motivazioni delle scelte che compie».
Per il vicepresidente della Regione, Sandro Frisullo (Pd), il centrodestra sta strumentalizzando la protesta: «Chi oggi soffia demagogicamente sull’emergenza rifiuti si assume una grave responsabilità nei confronti dei salentini e del nostro territorio. È da irresponsabili usare toni apocalittici come se il Salento e la Puglia fossero omologabili alla situazione della Campania.
Stanno per completarsi i lavori nel sito di Cavallino con l’attivazione dell’impianto di cdr che consentirà la lavorazione della frazione secca e la chiusura del ciclo. La Regione in questi anni ha lavorato per attivare gli impianti utili a completare il ciclo che trova nella raccolta differenziata degli Rsu la scelta più qualificata ed eco-sostenibile. Nessuno si illuda di lucrare sull’emergenza rifiuti strumentalizzando a fini di parte e per mero calcolo politico elettorale. Se si apre il confronto sulle responsabilità nessun potrà tirarsi fuori giacché ritardi ed inadempienze inchiodano diversi soggetti politici ed istituzionali del centrodestra. Io penso invece che tutti, centrodestra e centrosinistra ai diversi livelli, devono lavorare insieme per scongiurare esiti ingovernabili nell’interesse del Salento e dei suoi cittadini. A questo fine la riunione in Prefettura del 7 gennaio sarà la sede per definire le soluzioni transitorie condivise e utili per il nostro territorio e le nostre popolazioni». Per i cittadini di Nardò, potrebbe ricomparire un vecchio fantasma, costituito dalla riapertura della discarica di Cavallino. Per questo motivo, gli esponenti di maggioranza Anna Spenga (Pd), Fernando Bianco (indipendenti), Giovanni Siciliano (Città nuova), Sergio Vaglio (Insieme), Maurizio Qualtieri (Partito Socialista), Pierpaolo Losavio (Uniti per Antonio Vaglio), hanno dato pieno mandato al sindaco della città Antonio Vaglio di resistere in ogni sede contro la paventata apertura della discarica di Castellino: «Tutti i rappresentanti politici che sostengono il sindaco Vaglio, infatti, hanno sottolineato come la riapertura di Castellino determinerebbe immediatamente una crisi politico-amministrativa. La riapertura della discarica, infatti, significherebbe dover prendere atto del fallimento della politica ambientale portata avanti dalla coalizione di centrosinistra in questi anni, a livello provinciale e regionale. C’è chi sta cercando di far passare l’avvenuta chiusura di Castellino come un capriccio della città. Così non è. Nardò ha pagato per 15 anni il suo tributo con una discarica tal quale. Altri ora si lamentano anche del rifiuto secco mentre i cittadini di Nardò hanno subito enormi disagi ospitando i rifiuti indistinti dell’intera provincia, in un sito che ormai si trova nel centro urbano. I sacrifici non possono essere chiesti ancora ai neritini. Nardò, dopo la chiusura di Castellino, ha puntato tutto sulla qualità dell’ambiente raggiungendo altissimi traguardi a livello nazionale, che ora non possono essere messi in discussione da beghe politiche».
Per l'esponente di Alleanza Nazionale, Roberto Tundo, invece, quella dei rifiuti è già un'emergenza, che si propone in Puglia come quella della crisi idrica. Per questo, sottolinea, che nel Salento, non si può vivere di soli «notti bianche»: «Le emergenze, per definizione, sono inaspettate ed imprevedibili. Nel Salento, invece, abbiamo una nuova tipologia di emergenza, quella annunciata. Grazie alle abbondanti piogge di dicembre, è rientrata l’emergenza idrica che nell’estate trascorsa aveva lasciato numerosi paesi della provincia di Lecce privi di acqua. Adesso è alla ribalta l’emergenza dei rifiuti. Una emergenza, anche questa, tutta prevedibile visto che da tempo si sapeva che i comuni dell’Ato2, quelli che conferiscono i propri rifiuti a Poggiardo, avrebbero dovuto trovare un altro sito. Anche nell’Ato3, i problemi non mancano perché la discarica Burghesi di Ugento è ormai colma. Eventi inaspettati? Tutte le discariche, una volta colme, si esauriscono. È lapalissiano. Il riempimento di una discarica controllata, poi, è programmato, calendarizzato. Settanta Comuni della provincia di Lecce, quelli dell’Ato2 e dell’Ato3, con il rischio che i rifiuti vengano abbandonati per strada, vivono una nuova emergenza ambientale perché la Regione Puglia, con i propri ritardi, non ha saputo governare per tempo il territorio. Perchè, di questo si tratta. Il presidente della Regione Vendola, quello che regala ai pugliesi strepitose notti bianche, rinvia la soluzione degli annosi problemi che frenano la crescita e lo sviluppo socio-economico. Ed il centrosinistra, ormai, governa da quattro anni la Puglia».