GEMINI (UGENTO) | «Tutta colpa dell'ordinanza del presidente della Regione Nichi Vendola». È questo il fulcro attorno al quale ruota la tensione che si sta registrando in queste ore a Ugento, all'interno della discarica Burgesi. Proprio in queste ore, la zona che si trova alla periferia della frazione Gemini, fra Acquarica del Capo e Presicce, è stata presidiata da un gruppo di cittadini delle tre città, che promettono di non far passare alcun camion dei rifiuti «perché ormai - dicono - la discarica è piena e non si può continuare ad ammucchiare i rifiuti uno sull'altro». E questa mattina qualche tafferuglio, per alcune incomprensioni, ha portato i carabinieri della Compagnia di Casarano, e gli agenti di polizia del Commissariato di Taurisano a controllare l'area. Con la loro protesta simbolica, i cittadini auspicano che quella discarica, che si estende su un'area di circa nove ettari, venga definitivamente chiusa. «Non è possibile riutilizzare l'area per ospitare ulteriori rifiuti - sottolinea Flavio Ferocino, rappresentante del comitato cittadino ugentino che si è creato in questi giorni - Non vogliamo arrivare a un accordo. L'area è pericolosa, i rifiuti devono essere portati altrove». Rifiuti, certo, non solo quelli dell'Ato Lecce 3, del Capo di Leuca per intenderci, ma ora «Burgesi» secondo un'ordinanza del commissario straordinario per i rifiuti e presidente della Regione Vendola, dovrà ospitare anche quelli del bacino di 46 comuni dell'Ato Lecce 2, della zona di Gallipoli. Una quantità di rifiuti enorme, sottolineano i cittadini che anche in queste ore portano avanti il loro sit-in. Questa mattina, intanto, sul posto è arrivato anche il sindaco del paese, Eugenio Ozza, che proprio in questi minuti sta parlando col prefetto di Lecce, Mario Tafaro, dal quale è stato convocato. E proprio prima di raggiungere la prefettura, Ozza ha chiesto l'intervento del prefetto, che dovrà prendere una decisione al di sopra delle scelte fatta dalla Regione e dal Comune. Quest'ultimo, nella figura del sindaco Ozza, in un primo momento si sarebbe reso favorevole alla riapertura della discarica, ma giunta l'ordinanza dalla Regione, il no è stato perentorio. Eugenio Ozza ha emanato un'ordinanza comunale con la quale blocca l'ingresso dei tir all'interno dell'area dell'impianto Monteco. Gli sbagli, per i cittadini, comunque, furono fatti a monte. Il territorio della discarica si trova in un percorso recintato, circoscritto. I rifiuti che furono trovati pochi giorni fa, quelli speciali, pericolosi, durante gli scavi di bonifica, si trovano in un'altra, sottolineano i cittadini, detta impropriamente Burgesi. Ma la bonifica, almeno in quell'area, dove sono stati sotterrati frigoriferi, copertoni di auto, addirittura radiatori è stata realizzata? «No» sottolineano i componenti del comitato, che puntano il dito anche verso altre scelte compiute a suo tempo da parte delle istituzioni. Prendi ad esempio la realizzazione del biostabilizzatore. Proprio accanto fu individuato un sito in cui costruirlo. Poi però, quando fu realizzato, una sua parte crollò «perché il terreno - spiegano i cittadini - non era sufficientemente forte per sostenere il suo peso ed è venuto giù». Il motivo? La presenza della falda acquifera. «Un territorio carsico», chiosano i contestatori, che promettono che da lì non si muoveranno neppure stanotte, che ci sia freddo o pioggia.
«DIFFICILE RIAPRIRE CASTELLINO» | La protesta dei cittadini è risuonata in tutta la provincia. Oltre al sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, deciso a bloccare con la sua ordinanza il passaggio degli autocompattatori, questa mattina ha raggiunto il luogo del sit-in anche l'assessore provinciale all'Ambiente, Gianni Scognamillo. «Sicuramente - sottolinea l'assessore - una delle ipotesi potrebbe essere quella di portare i rifiuti all'interno della discarica di Trani, l'unica in grado di accoglierli, che è anche conveniente riguardo la spesa da affrontare, per via dei costi contenuti». Ma i cittadini non ci stanno. «Secondo noi - spiegano - non è giusto sostenere costi per il trasporto dei rifiuti fino a Trani. Piuttosto si proceda con l'aprire il biostabilizzatore che si sarebbe dovuto inaugurare nel mese d'ottobre dopo circa due anni di lavori cominciati il 3 agosto 2006». Scognamillo esclude l'ipotesi della riapertura della discarica neretina di Castellino: «Su quella discarica - dice - non possiamo intervenire in ragione di una sentenza e di una conseguente ordinanza da parte del Tribunale amministrativo regionale». E allora cosa fare? «Bisognerebbe valutare bene l'ipotesi di Trani, senza dubbio. Considerando il fatto - conclude l'assessore - che mezza provincia leccese è ormai in ginocchio e occorre intervenire subito». Intanto, si attende l'esito dell'incontro in prefettura fra il sindaco Ozza e il prefetto Tafaro. Che cosa succederebbe qualora il prefetto decidesse di avvalorare col suo potere istituzionale l'ordinanza del presidente della Regione? I cittadini sottolineano: «Senza dubbio dovrebbe intervenire la polizia, ma noi di qua non ci muoviamo, e se polizia e carabinieri interverranno, saremo pronti a rispondere con la forza». Per Bruno Ricchiuto, di Salento Libero Regione, si sta facendo uno scaricabarile, ma secondo lui è inutile attribuire la responsabilità solo a una parte politica.