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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 18/12/2008 | CRONACA
IL CASO | Gli scavi sono stati sospesi a causa del maltempo
Rinvenuti i primi rifiuti speciali.
È inquinata la discarica Burgesi
Si sono svolti nella giornata di oggi i primi scavi presso la discarica Burgesi di Ugento. Il caso partì dopo un’autodenuncia dell’imprenditore Bruno Colitti. A soli sei metri di profondità sono stati avvistati copertoni, paraurti e amianto. Si continuerà a scavare il 16 gennaio.
di Paolo Franza


UGENTO | Ha avuto esito positivo il primo giorno di scavi presso la discarica «Burgesi» di Ugento, effettuati per accertare la possibile presenza di rifiuti speciali occultati nel sottosuolo. Le indagini della magistratura leccese furono avviate per far emergere la possibilità di un danno ambientale, attorno al quale si sarebbero concentrate tonnellate di rifiuti speciali e tossici, tra cui il pericolosissimo «apirolio», olio sintetico usato per il raffreddamento dei motori elettrici, partite dopo un autodenuncia avvenuta nel dicembre 2006 da parte di Bruno Colitti, imprenditore ugentino. Il caso venne messo da parte per diverso tempo, dopo una serie di prelievi con esito negativo. A fine novembre, grazie al comitato Pro-Basile, costituito dopo la more del consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei Valori, la notizia di una possibile bonifica non effettuata a 360 gradi, portò il caso nuovamente alla luce. Il 2 dicembre, infatti, si tenne la prima udienza in Tribunale, per fare il punto della situazione, il 12 dicembre invece si tenne un nuovo incontro, seguito da un sopralluogo alla discarica Burgesi per decidere il modo di procedura per accertare se i rifiuti speciali siano davvero presenti al di sotto dei cinque metri del terreno. Infatti, i prelievi effettuati in precedenza con la trivella non superavano la profondità di 5 metri. L’appuntamento per avviare lo scavo era fissato per questa mattina. La ruspa ha scavano per circa 6 metri, lavoro interrotto a causa della pioggia e rinviato, forse, al 16 gennaio. Intanto, superata la soglia dei cinque metri sono stati rinvenuti: copertoni, paraurti di auto, frigoriferi e altro materiale ferroso. Uno scavo parziale quindi, che dovrà essere ultimato analizzando i 15 metri lunghezza e 2,70 di larghezza di larghezza di superficie. Secondo l’imprenditore Bruno Colitti, a partire da 30 metri di profondità, ci sarebbe la presenza di batterie scariche, pneumatici, materiale plastico, frigoriferi e contenitori di olio combustibile. Il tutto nascosto in profondità insieme ad altro materiale inerte. Una vera e propria bomba ecologica che, secondo quanto dichiarato da Bruno Colitti, titolare dell’azienda di movimentazione terra incaricata di noleggiare i mezzi necessari alla bonifica del sito, giacerebbe da anni a poca distanza dalla ricca sacca acquifera che alimenta la falda del versante orientale della provincia di Lecce. Gli scavi sono stati effettuati alla presenza del consulente Maurizio Sanna, conferito dal pm, Donatina Buffelli, titolare dell’inchiesta. Il consigliere comunale del Partito dei Comunisti Italiani, Angelo Minenna, si interroga sull’accaduto, cercando di trovare l’autore della bomba ecologica. «Sulla base di quella denuncia, nella discarica Burgesi, erano stati interrati numerose tipologie di rifiuti, tra cui inerti, ingombranti e fusti di rifiuti tossici. Apprendo da alcune emittenti televisive salentine che, dai sopralluoghi ispettivi e dagli scavi effettuati, a cinque metri di profondità risultano interrati copertoni, macchine abbandonate e rifiuti solidi urbani. Ci troviamo in una zona già fortemente compromessa, dal punto di vista ambientale, - afferma Minenna - per la presenza della discarica di rifiuti solidi urbani, e già interessata da fenomeni illegali a danno dell'ambiente, come lo scarico, negli anni passati, in una di quelle cave, di fusti di pericoloso policlorobifenile (Pcb). Bidoni questi scaricati proprio a ridosso della falda acquifera sotterranea, che alimenta numerosi pozzi della zona per uso agricolo. Al di là dell'indagine della Procura e della Guardia di Finanza, questo interramento illegale di rifiuti nel territorio ugentino rappresenta l'ennesimo danno ambientale a cui i nostri concittadini, e noi stessi, siamo sottoposti. Minenna chiede al Sindaco di Ugento, Eugenio Ozza e all'assessore all'Ambiente, Massimo Lecci, in base alle rispettive competenze e nell'ambito dei propri ruoli istituzionali, di poter svolgere una dettagliata ed esaustiva relazione nella prossima seduta utile del Consiglio Comunale, volta ad accertarne le cause e le responsabilità, in merito al presunto grave fenomeno di scarico ed interramento illegale di rifiuti. Inoltre viene chiesto di informare il Consiglio Comunale, e quindi la cittadinanza tutta, su quali misure, fattive e concrete, intende intraprendere la Giunta Comunale per tutelare la salute e l'ambiente dei cittadini di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni e per evitare che tali danni ambientali possano ripetersi ad Ugento e nel suo territorio.

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