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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 17/12/2008 | CRONACA
LECCE | È stata individuata la Citroen C1 dell'autore dell'omicidio
Il pirata della strada ha confessato.
Auto sequestrata, giustizia per Omar
Fabio Bianco, 37 anni, impiegato delle poste residente nella zona 167 è stato arrestato. Al lavoro, in provincia di Bari, non ci andava da lunedì. Durante l'interrogatorio fiume in Questura, ha confessato le proprie responsabilità. Gli agenti lo hanno bloccato per strada.

LECCE | La sera dell'incidente Omar Monaco non è tornato a casa. Né tantomeno la persona che lo ha ucciso. Preso dallo spavento, Fabio Bianco, 37 anni, di Lecce, è andato a dormire altrove, con la speranza probabilmente che si calmassero le acque. E invece, Omar è morto, e le forze di polizia hanno cominciato a selezionare tutte le Citroen C1, per poi individuare, oggi pomeriggio, attorno alle 16 l'uomo che ha poi ammesso di essere il responsabile di quanto accaduto. In questura, il magistrato Donatina Buffelli, e gli inquirenti lo hanno tenuto sotto torchio per diverse ore, fino a quando Bianco, che è stato bloccato per strada, ha ammesso le proprie responsabilità. Gli agenti di polizia dopo averlo individuato lo hanno condotto in questura, e lo hanno interrogato. Un interrogatorio fiume, nel corso del quale Bianco ha confessato di aver investito il giovane Omar. Il lavoro a forze congiunte fra polizia di Stato e municipale ha permesso di escludere i proprietari delle auto «grigio matita» che non avevano ammaccature nella parte anteriore. Quella di Bianco, invece, che era custodita in un box di via Ernesto Simmini, nel quartiere Mazzini, di proprietà della madre, le ammaccature ce le aveva, e son bastate poche segnalazioni, giunte negli uffici della questura, per accreditare le ipotesi dei primi minuti. Quel che rimane di quella notte, è soltanto una frenata, ma quando l'auto ha rallentato, dall'abitacolo Bianco non è mai sceso a prestare soccorso. Paura. Questo ha detto agli inquirenti nel corso dell'interrogatorio, nel quale Bianco si è lasciato andare a un pianto disperato. Per lui, l'accusa è di omicidio colposo e omissione di soccorso. Bianco che a Lecce risiede in via Terni, ora dovrà difendersi. Da lunedì scorso, al lavoro, in un ufficio postale di Modugno, nel barese, in cui era impiegato non si era più presentato, dicendo di essere malato. Ora, dopo tutti gli atti di rito, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. L'uomo è stato visto girare con la vettura incidentata nella ex 167, proprio nei pressi di via Pistoia, luogo dell'incidente. La ricerca è andata avanti da parte degli agenti di polizia di Stato, e da quelli della municipale che nelle scorse ore hanno setacciato Lecce, Brindisi e Taranto. E proprio in queste ore, le auto che potrebbero averlo investito, sono state scansionate su tutto il territorio leccese. All'appello mancavano poche vetture, fra cui quella dell'impiegato postale, che comunque è stata tenuta sotto controllo. L'indagine investigativa, dunque, volge al termine e ormai è chiaro che ad incastrare la persona, l'autore dell'omissione di soccorso possano essere stati tanto la vernice trovata sull'asfalto, quanto quel pezzo di fanale riportante la data di fabbricazione. Gli investigatori non hanno escluso nulla.

 

Le vetture vagliate nel capoluogo sono state circa novanta, ma ce ne sono state molte altre in tutta la provincia. In un primo momento si è ipotizzato che l'autore dell'omissione di soccorso potesse essere addirittura di fuori provincia. Invece, era residente proprio nel quartiere delle case popolari. Fuori dal capoluogo gli agenti di Polizia municipale del Comando leccese avevano avvertito con un fax circolare tutti i comandi locali, che hanno lavorato sui propri territori di competenza nel controllo delle Citroen C1 «grigio matita». Quest'ultima è la denominazione che la casa automobilistica francese ha dato al tipo di tonalità disponibile per le proprie autovetture al momento dell'acquisto. L'anno riportato sul faro anteriore sinistro riporta il 2006. Nel marzo del 2006, quel pezzo d'auto è stato fabbricato. I poliziotti della municipale, in queste ore hanno portato avanti le indagini parallelamente a quelli della Questura, a Lecce, recandosi personalmente in tutte le case dei proprietari intestatari delle auto. Anche quelli dei comandi locali hanno fatto altrettanto. Ma le comunicazioni di risposta che arrivarono, diedero esito negativo. Nessuna delle auto risultò essere incidentata. Anche le concessionarie Citroen furono avvertite. E qualora sul territorio leccese, brindisino e tarantino fosse pervenuta una qualche richiesta di faro anteriore, Citroen avrebbe segnalato alle forze dell'ordine la domanda del pezzo di ricambio. Per l'uomo accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso, l'unico escamotage poteva essere quello di richiedere un pezzo di ricambio fuori dalle tre province del Grande Salento, in territorio barese, o in basilicata, dove le concessionarie non sono state avvisate. Tra l'altro, per riparare una C1, non è possibile contare su pezzi di concorrenza. Gli unici prodotti disponibili sul mercato per la riparazione delle auto possono arrivare dalla casa automobilistica francese. Comunque, a quanto se ne sa, l'uomo indagato non avrebbe provveduto alla sistemazione dell'auto, tanto che le corrispondenze fra i pezzi rotti raccolti e le ammaccature sarebbe evidente. Ieri, intanto, nella chiesa di San Massimiliano Kolbe, nel quartiere sito nelle vicinanze di via Pistoia, il parroco don Piero Quarta ha celebrato i funerali, con una cerimonia sobria, priva di qualunque messaggio clamoroso. Nel rito funebre attorno alla bara di Omar, dove c'erano poggiati gigli bianchi, c'erano i familiari, ma anche i tanti amici che lo conoscevano. «La disperazione deve lasciare il posto alla fede» ha detto don Piero, confidante di aver pregato molto per lui. Dopo la cerimonia religiosa, il feretro è stato riportato nella camera mortuaria del «Vito Fazzi» dove il medico legale Alberto Tortorella, nella giornata di domani, effettuerà l'esame necroscopico, così come disposto dal magistrato titolare dell'inchiesta. Dettagli, che andranno a nutrire ulteriormente il fascicolo.

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