LECCE | Non ha retto alla condanna all'ergastolo, che gli era stata inflitta in terzo grado, nel novembre del 2004. E l'altra notte, probabilmente dopo aver meditato su cosa fare del suo ormai segnato destino, ha deciso di farla finita. E così, in una fredda cella del carcere di Borgo San Nicola, si è impiccato con la cordicella di stoffa di un accappatoio. È morto così Vincenzo Coratella, uno dei cinque responsabili, che fu processato e condannato, in quanto ritenuto responsabile dell'omicidio di Graziella Mansi, una bimba di otto anni, che fu violentata e poi bruciata viva il 19 agosto del 2000. In quell'anno, Coratella aveva 19 anni. Dopo aver condotto la bimba in un posticino appartato, a Castel Del Monte, nella conosciutissima Andria, nel barese, insieme ad altre cinque persone, violentò la piccolina per poi darle fuoco. L'ergastolo dopo il processo, era giunto con una pena definitiva. Il suo corpo senza vita è stato trovato all'interno della sua cella, da un agente di polizia penitenziaria durante un controllo di routine, alle 4 del mattino. La cintura di stoffa dell'accappatoio l'aveva legata ad una branda, annodandola come un cappio. Un cappio mortale. In cella era da solo. Cinque persone, cinque. Tutte giudicate definitivamente con l'ergastolo. Pasquale Tortora, di 28 anni, scelse di essere giudicato col rito abbreviato. Gli sono stati dati 30 anni. Per gli altri quattro, e cioè Giuseppe Di Bari, Vincenzo Coratella, entrambi di 27 anni, Domenico Margiotta di 25 anni, e Michele Zagaria, di 29 anni, arrivò invece la massima pena. Il processo accertò che fu Tortora ad adescare la bimba, portandola in un bosco col pretesto di farle vedere una cucciolata. Per poi consegnarla ai suoi complici, che rivelò agli investigatori soltanto dopo essere stato arrestato. Gli inquirenti, al momento, tengono il massimo riserbo su quanto accaduto oggi nelle prime ore dell'alba. E stanno accertando le cause dell'omicidio. Sulle quali, per il momento, non formulano alcuna ipotesi. A quanto è dato di sapere, Coratella si sarebbe tolto la vita questa notte, dopo aver scontato otto anni di pena detentiva, all'interno della sua cella. Un omicidio che all'epoca fece molto scalpore per come si svolse. Il sequestro di persona fu compiuto dinanzi ai piedi di Castel del Monte, quando la piccolina aveva otto anni. Si era avvicinata a una fontanella d'acqua. Ad adescarla fu Tortora che la condusse col pretesto banale di una scusa nel bosco lì vicino. Quando Graziella fu presa dagli altri quattro, dapprima tentarono di violentarla, poi la bruciarono viva dopo averla distesa su un tappeto di foglie secche. Al processo, che si concluse nel novembre del 2004, col pronunciamento della Corte di Cassazione, si costituirono parte civile i familiari della povera bambina, e il Comune di Andria, dove la piccola Graziella viveva.