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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 11/12/2008 | CRONACA
GIUDIZIARIA | La prossima udienza prevista per il 16 dicembre
Invocati due ergastoli e 46 anni di carcere.
Arrivano le rischieste per l’omicidio di Lezzi
Si è svolto oggi il processo nei confronti di Filippo Cerfeda, Orlando Perrone, Andrea Pagliara, e Ivan Vitale. I tre sono accusati di aver ucciso ad Amsterdam Giuseppe Lezzi. Il pubblico ministero, Guglielmo Cataldi, ha invocato il carcere a vita per Vitale e Orlando.

LECCE | Sono state richieste le condanne ai presunti responsabili della morte di Giuselle Lezzi, avvenuta nel novembre del 2001 ad Amsterdam in via Churchill. La Procura ha richiesto in totale due ergastoli e 47 anni di carcere. L’uomo morì in casa di Filippo Cerfeda. Dopo una lunga requisitoria, letta nell’aula del tribunale di Corte d’Assise, il pubblico ministero Guglielmo Cataldi, ha richiesto l’ergastolo per Ivan Vitale, residente a Surbo e a Orlando Perrone, di Lecce. Invece, per Andrea Pagliara, sono stati richiesti 30 anni, mentre 17 a Filippo Cerfeda, facente parte della Sacra Corona Unita. Secondo il pm, i quattro sarebbero i responsabili della morte. Vitale avrebbe aperto la posta per entrare in casa, Pagliara e Cerfeda lo avrebbero atteso in cucina. A sparare con una pistola con silenziatore, è stato Fabio Franco, affiancato da Orlando Perrone. Leggendo la requisitoria, il pm ha sottolineato che tutti gli imputati avrebbero aiutato le intenzioni criminali di Franco e Cerfeda. La mente che ha programmato il delitto è stato Cerfeda, mentre Orlando e Vitale avrebbero avuto un ruolo in prima linea dopo il «capo», mentre Pagliara non sarebbe stato coinvolto al 100 per cento in tutte le fasi del delitto. Lezzi, nato a Cavallino, avrebbe fatto parte della Scu, ricomprendo un ruolo nominato «Imperatore» e voleva che Cerfeda entrasse a far parte del clan perchè di grado inferiore. L’unione tra i due durò non piu di due mesi. Franco, fu condannato il primo luglio del 2007 con una condanna in primo grado a 13 anni di reclusione. La pena fu ridotta perchè decise di scegliere il rito abbreviato e perchè contribuì durante le indagini confessando tutto quello che sapeva, portando alla luce il veri fatti del delitto dell’ «Imperatore». Secondo una ricostruzione, Lezzi cadde in trappola dopo una telefonata in cui gli veniva chiesto di giungere in casa di Cerfeda, situata in via Churchill, per parlare di affari di droga che stava per giungere dal Brasile. A raccontare il fatto è stato Cerfeda durante un interrogatorio che si tenne all’interno del carcere di Rebibbia il 6 agosto del 2003. Il corpo fu avvolto in una busta di spazzatura e successivamente in un tappeto persiano e portato a Bolistein, città situata alla periferia di Amsterdam. Lì il corpo venne spogliato completamente, sia di indumenti che di oggetti personali e seppellito sotto un cumulo di sabbia in un bosco. Franco avrebbe collaborato con gli inquirenti per cercare di recuperare il corpo di Lezzi, disegnano una piantina dove era indicato il punto esatto ma, dopo diverse ricerche, il cadavere non è mai stati trovato. Il legale di Andrea Pagliara, Francesca Conte, nel pomeriggio avrebbe affermato che il suo assistito si trovava all’interno dell’appartamento solo per via di una vecchia amicizia con Cerfeda, disconoscendo quanto sarebbe successo all’interno. La prossima udienza si terrà il 16 dicembre, giorno in cui ci sarà un arringa dei legati di Vitale, di Perrone e di Cerfeda.

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