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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 11/12/2008 | CRONACA
GALLIPOLI | Scongiurato il pericolo ambientale. Il sindaco Venneri e Barba in visita a Scigliuzzo
Concluse le operazioni di recupero carburante.
Lunedì si comincerà a recuperare il «Frangì»
I sommozzatori dei vigili del fuoco di Bari, questa mattina hanno dato il cambio ai colleghi di Taranto impegnati da ieri per il recupero del carburante in mare del motopeschereccio. La prossima settimana, con vento da maestrale ponente si recupererà l'imbarcazione.

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GALLIPOLI | Le operazioni di recupero del motopeschereccio «Frangì» cominceranno solo la prossima settimana. In queste ore, i sommozzatori dei vigili del fuoco e i militari della Guardia costiera stanno concludendo un'altra operazione, cominciata nella giornata di ieri, di recupero del carburante che alimentava il motore della paranza affondata attorno alle 17,20 di martedì scorso. Il vento debole che arriva da terra, da sud-est, nonostante il tempo nuvoloso, che non preannuncia perturbazioni, consentirà di concludere già oggi, nel pomeriggio, prima che faccia buio l'aspirazione di tutto il liquido che dal serbatoio si è riversato nello specchio d'acqua al largo di Porto San Giorgio, a destra del Seno della Purità, a poco più di 600 metri dalla costa. In mare, gli operanti della Capitaneria di porto di Gallipoli, diretti dal capitano di fregata, il comandante Giovanni Scattola, hanno raggiunto il posto a bordo del battello disinquinante «Pelican». Con loro ci sono i sommozzatori dei Vigili del fuoco di Bari, che questa mattina, attorno alle 9, hanno ricominciato le operazioni di recupero del carburante, sul lavoro cominciato ieri dai colleghi sommozzatori giunti a Gallipoli da Taranto. Le operazioni di recupero, come si diceva, sono cominciate già ieri, ma oggi, grazie al debole vento di terra che giunge da circa cento metri dalle dighe, sarà possibile arginare completamente il pericolo ambientale. Delle due imbarcazioni, solo lo yacht è stato trasportato a riva. Martedì, i militari della Guardia costiera misero i sigilli su disposizione della magistratura all'imbarcazione da diporto, che secondo le prime indagini sembrerebbe avere maggiore responsabilità. L'imbarcazione fu trascinata fino al bacino artificiale di Porto Gaio, nella parte nord del litorale gallipolino. Il battello disinquinante «Pelican» della società «Castalia Ecolmar», sta lavorando sentita l'autorità competente. I militari della Guardia costiera stanno lavorando su tre fronti. Innanzitutto stanno ripristinando la sicurezza nella zona. Già ieri infatti, le sovrastrutture della motobarca pericolose per la navigazione sono state rimosse. C'erano fili elettrici scoperti, che erano incastrati con alcuni pezzi del cassero del Frangì, e che si trovavano in una zona trafficata e percorsa da molti pescherecci. In secondo luogo, c'è il recupero del carburante, che si concluderà oggi e scongiurerà il pericolo di inquinamento marino. Infine, i militari della Capitaneria di porto di Gallipoli dovranno recuperare il motopeschereccio che si trova ancora a 12 metri di profondità nel punto in cui è affondato al largo di porticciolo San Giorgio.


Prima di ottemperare al recupero, dalla Capitaneria si dovrà decidere se far passare una cima piatta al di sotto dell'imbarcazione per poi trascinarla a riva, oppure se intervenire con una gru. Decisioni che saranno prese valutando tutte le condizioni, e tenendo presente che si dovrà agire con l'ausilio di palloni ad aria compressa, in un numero ancora indefinibile che saranno impiegate in base al peso dell'imbarcazione che, come detto, è di 16 tonnellate. «La prossima settimana - sottolinea il capitano di fregata Scattola - con vento di maestrale ponente, che spira da nord-ovest, potremmo avere qualche problema per via del forte mare». Recuperati, dunque, i 1200 litri di carburante, e rimosso dai fondali la paranza, la zona tornerà fruibile. Intanto, proseguono le due inchieste parallele, quella amministrativa avviata dalla Guardia costiera, e quella giudiziaria. Per chi si trovava al comando dell'imbarcazione da diporto potrebbe scattare l'ipotesi di reato di naufragio colposo. Intanto, dal nosocomio gallipolino «Sacro Cuore di Gesù» arrivano notizie rassicuranti circa lo stato di salute di Armando Scigliuzzo, 46 anni, di Gallipoli, che dopo l'intervento in mare è stato sottoposto a un intervento chirurgico delicato, durato qualche ora, fino alle 23 di martedì. Dal reparto di Ortopedia, dov'è ricoverato, i medici si riservano tuttora la prognosi, in attesa del decorso dell'operazione che potrebbe concludersi senza ulteriori complicazioni. Sciugliuzzo, fra i tre dell'equipaggio (sulla paranza c'erano anche Antonio Fiore, 30 anni, pescatore, e Cosimo Giuranna, 53 anni, comandante) fu quello che ebbe la peggio. I componenti dell'equipaggio dello yacht invece ne sono usciti illesi. I medici dell'ospedale di Gallipoli, guardate le radiografie, riscontrarono la fuoriuscita dell'osso nella parte alta dello stinco, tanto che in un primo momento ipotizzarono addirittura l'amputazione. Per Scigliuzzo i medici refertarono anche un trauma facciale e la rottura di una costola. Intanto, in visita da lui, nella giornata di ieri, in mattinata, si sono recati il sindaco della città Giuseppe Venneri, e l'assessore alla Pesca, Vincenzo Barba. «Siamo vicini a tre nostre famiglie che ieri hanno vissuto momenti di panico e di angoscia, e che ancora continuano a vivere gli effetti di quella tremenda collisione. Durante la mia visita ho avuto modo di poter constatare la grande forza d'animo di questi due miei concittadini che hanno vissuto momenti terribili. Vedendo le immagini riportate dai media, ho davvero temuto il peggio: i danni materiali purtroppo restano ingenti, come anche le conseguenti ricadute occupazionali, ma ovviamente ciò che è prioritario soprattutto rammentando tristi pagine di incidenti nautici successi a Gallipoli, è la salute e l'incolumità fisica di questi pescatori, la cui attività continua ad essere per la città elemento trainante dell'intera economia».

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