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LECCE | Maltrattamenti nel centro per gli anziani? La notizia risale a più di un anno fa. Ma non è chiaro se un esposto sia stato presentato direttamente negli uffici della Procura della Repubblica leccese. Il responsabile di «Villa Quarta», Antonio Ingrosso, non si dà pace, per via dell'accanimento che sarebbe stato assunto da parte di un cittadino croato, e di due donne di Cavallino nei suoi confronti, che forse avrebbero presentato la stessa lettera giunta negli uffici del Nas di Taranto, circa un anno fa, anche all'interno del tribunale. O meglio, il contenuto della presunta lettera che questa volta sarebbe stata recapitata all'interno degli uffici della procura, e che sarebbe mirata a rispolverare una questione sorta a suo tempo nei confronti del centro per gli anziani Villa Quarta che si trova a San Cesario. All'epoca dei fatti, si parlò di presunti abusi e maltrattamenti all'interno dell'istituto, dove risiedono anziani in difficoltà che vengono aiutati, ognuno con il proprio problema. A seguito della denuncia, i Nas di Taranto avviarono un procedimento mirato a controllare la salubrità degli ambienti. Durante il blitz, quattro militari furono coadiuvati da tre ispettori dell'Asl, che a quanto pare, non riscontrarono alcuna anomalia. Ma sui tavoli della Procura sarebbe arrivata la lettera di denuncia da parte del cittadino croato, che circa un anno fa chiese aiuto a un parroco, don Gaetano, il quale dopo aver ascoltato le difficoltà dell'uomo, che viveva all'interno di un'autovettura, gli consigliò di rivolgersi all'istituto. Quindi, il croato altri quattro anni li avrebbe trascorsi lì, e nel frattempo avrebbe registrato questi presunti maltrattamenti. La storia che si leggerebbe su quelle pagine racconterebbe di maltrattamenti nei confronti degli anziani. «Abbiamo dato mandato alla ditta Ecotecnica di controllare ogni mese la salubrità degli ambienti. Gli ispettori dell'Asl e i militari del Nas di Taranto, non trovarono nulla di irregolare. I nostri anziani non vengono maltrattati. Per ognuno di loro abbiamo tutta la documentazione sanitaria». Ingrosso ricorda poi un episodio, in cui l'acqua di un deposito fu considerata non potabile: «Ricordo che comprammo un serbatoio apposito per l'acqua, e che in quel periodo richiedemmo la fornitura da parte di un autotrasportatore». La lettera, a quanto pare, fu redatta il 24 novembre scorso, e qualora avesse raggiunto gli uffici della Procura, la magistratura potrebbe aprire un fascicolo. Per questo motivo, Ingrosso ha dato mandato al proprio legale di accertare l'esistenza o meno nel Tribunale di questa denuncia.