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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 09/12/2008 | CRONACA
FALSO IDEOLOGICO | L'accuse, simulazione di reato e danneggiamento
Ai medici: «Mi hanno sparato».
È una lite, spaccato parabrezza
Il fatto è successo domenica notte. L.S., di 32 anni, di Gallipoli, si recò al pronto soccorso per du ferite, all'indice della mano destra, e alla coscia sinistra. «Mi hanno sparato con la pistola» ha raccontato alla polizia. Ma aveva tirato un pugno al parabrezza di un'auto.

GALLIPOLI | Gli sfonda il parabrezza dell'auto con un pugno. Poi, va in ospedale per farsi medicare, giustificando le ferite per aver ricevuto un colpo d'arma da fuoco. Una vicenda che è apparsa sin da subito poco chiara, sia agli agenti di polizia del Commissariato di Gallipoli, sia ai medici del pronto soccorso del nosocomio della città dello Jonio. Tanto che, con l'ausilio di un medico legale, hanno accertato che quella ferita non era dovuta a un colpo d'arma da fuoco, quanto piuttosto al consuntivo di una lite per futili motivi, esordita con un diverbio e sfociata in calci e pugni. Tutto è cominciato domenica notte, quando al pronto soccorso dell'ospedale di Gallipoli «Sacro Cuore di Gesù», si è recato appiedato un 32enne residente a Gallipoli, L.S., chiedendo di essere medicato per una ferita procuratagli da un'arma da fuoco. Essendo una situazione, per la quale è necessario l'intervento delle forze dell'ordine, il personale medico del pronto soccorso ha subito allertato gli agenti del commissariato di polizia di Gallipoli, che sono intervenuti e lo hanno ascoltato. A loro L.S. ha raccontato la stessa versione, che poi i poliziotti avrebbero dovuto accertare, per ricostruire con esattezza la dinamica dell'incidente.

 

In ospedale, agli agenti, che sono intervenuti con una pattuglia della Sezione volanti, e con un'altra della polizia giudiziaria, ha raccontato che mentre stava facendo rientro a casa, nella parte vecchia della città, precisamente in via Antonietta De Pace, appena raggiunto l'incrocio con via De Angelo ha sentito esplodere due colpi d'arma da fuoco. È lì che si è reso conto di essere stato colpito, perché in pochi secondo ha sentito un forte bruciore alla coscia sinistra, nella parte anteriore. Il racconto dell'uomo di 32 anni è andato avanti sino a quando ha giustificato anche un'altra ferita, quella al dito indice della mano destra. Sui presunti responsabili dell'azione delittuosa, però, non avrebbe fornito alcun particolare degno di nota, tanto da far sorgere il sospetto che le cose non siano andate così. In un primo momento, gli agenti hanno fatto un sopralluogo nella zona del centro storico, ma è apparso evidente che sulle pareti delle case, e sulle chianche cittadine non c'era alcun segno di colpi d'arma da fuoco, o comunque altri elementi atti a confermare la tesi del 32enne. A quel punto, gli agenti del commissariato hanno avuto la conferma che i seri dubbi avanzati dal medico del pronto soccorso, che lo aveva visitato, e che gli aveva applicato i due punti di sutura sul dito della mano destra fossero fondati.

 

Per gli agenti, dunque, è apparso chiaro dai primi accertamenti, che L.S. stesse nascondendo un altro episodio, probabilmente una lite, nella quale (e questo è stato poi accertato successivamente) il 32enne avrebbe avuto una certa responsabilità. Gli agenti hanno poi accertato anche la posizione dell'uomo, già noto per piccoli precedenti, e conosciuto in qualità di assuntore di bevande alcoliche. Raggiunto nuovamente il centro storico, i poliziotti gallipolini hanno rinvenuto un motociclo, che si trovava nascosto all'interno di un vicolo del quartiere cittadino. Il motorino, che L.S. utilizzava nei suoi spostamenti, era ammaccato in più punti, e sulla carrozzeria erano presenti in più zone macchie di sangue. Gli agenti, consultatisi col medico legale Roberto Vaglio, hanno accertato attraverso un esame radiografico che quelle ferite non fossero state provocate da un'arma da fuoco. Gli investigatori, dunque, non sono rimasti convinti dalla versione fornita dal 32enne, che aveva detto loro di essere appiedato, e che la ferita alla gamba, così come il buco sui pantaloni gli erano stati concretizzati da un proiettile. L'esito poi dell'esame radiografico ha confermato che all'interno della ferita non ci fosse ritenuto un proiettile, né tantomeno tracce di piombo, escludendo così completamente l'ipotesi dell'arma.

 

A prendere piede, quindi, ancora una volta è stata l'ipotesi di una lite, poi confermata successivamente a ulteriori indagini. Gli agenti del commissariato hanno appurato che quella notte, L.S., si era recato al pronto soccorso a seguito di una violenta lite avuta con un turista. Il 32enne si sarebbe procurato le ferite sfondando con un forte pugno il parabrezza dell'auto dell'altro, che dopo essere stato individuato ha raggiunto gli uffici di polizia e trovatosi di fronte il 32enne non ha avuto dubbi che a causargli il danno fosse stato lui. Per questo motivo, raccolti tutti gli elementi, L.S. è stato denunciato a piede libero con le accuse di simulazione di reato, falsità ideologica, oltre che di danneggiamento.

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