MAGLIE | Avrebbe messo a segno un furto all'interno dell'abitazione di un carabiniere, ma più volte l'avrebbe spuntata perché affetto da cecità. Anche se, secondo i carabinieri della Compagnia di Maglie, diretti dal maggiore Andrea Azzolini, chiamarlo cieco potrebbe essere troppo. Però, per il servizio sanitario nazionale è considerato un invalido civile al 100 per cento. Affetto da cecità, appunto. I militari, durante il primo dei due arresti, informarono la Procura della Repubblica affinchè si aprissero ulteriori indagini in merito al suo handicap, per capire se fosse davvero affetto dalla cecità, o se qualche medico avesse agevolato la procedura per fargli ricevere una sorta di contributo da parte dello Stato. Sta di fatto, che Germano Francesco Di Bari, 29enne, di Scorrano, è stato arrestato dai carabinieri per la seconda volta, e su disposizione del Tribunale di Lecce ha ottenuto i domiciliari. A suo tempo, Di Bari fu oggetto di una misura restrittiva con obbligo di dimora presso il suo domicilio, a Scorrano, proprio comune di residenza.
Il 20 febbraio scorso, infatti, nel giro di un quarto d'ora, fra le 18,45 e le 19, ignoti approfittando dell'assenza dalla sua casa di un appuntato scelto dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Lecce, dopo aver forzato il portone d'ingresso, si introdussero all'interno dell'edificio portando via un computer portatile, una videocamera digitale, un palmare, un I-Pod, e addirittura un'uniforme dei carabinieri. All'epoca, il danno fu stimato per 6mila euro. Il personale della Compagnia dei carabinieri di Maglie, dopo un'accurata attività investigativa, rintracciò Di Bari, come il presunto autore del fatto criminoso. Il 29enne, disoccupato, si sarebbe giustificato dicendo di essere cieco, certificati medici alla mano, e quindi per nulla in grado di compiere un furto. I carabinieri, comunque, hanno recuperato la refurtiva. Si trovava in casa di F.V., una studentessa di 28 anni. Il provento del «colpo» Di Bari lo avrebbe occultato in due zone differenti all'interno di un podere dove sorgono due villette vicine a quella dell'appuntato, tutte e tre circondate da muri di cinta alti, in un caso per oltre due metri e mezzo. Secondo i carabinieri si trattò di un nascondiglio provvisorio, che sarebbe dovuto cambiare successivamente, una volta calmate le acque, dalla compagna che lo avrebbe atteso nella sua auto, vicino alla casa dell'appuntato.
La pattuglia dei carabinieri, appena ricevuto l'allarme, e raggiunta l'abitazione, dopo aver lasciato sul posto per cominciare un sopralluogo il maresciallo, ha setacciato il territorio nelle vicinanze col tentativo di raccogliere elementi utili. Dapprima fu trovata lei, poi lui. Di Bari è stato tratto in arresto, mentre F.V., è stata denunciata a piede libero poiché ritenuta responsabile del reato di furto aggravato in concorso. L'arrestato, dopo il procedimento di rito, è stato condotto nella casa circondariale di Lecce a disposizione dell'autorità giudiziaria. Insomma, per Di Bari le manette sono scattate nuovamente perché ieri sera, attorno alle 18,30, in via Sicilia, a Scorrano, si sarebbe impossessato del portafogli di un panettiere di 38 anni, il quale lo aveva poggiato provvisoriamente su un distributore automatico di sigarette. A conferma che fosse stato lui, ma questo ovviamente sarà la magistratura a dirlo in maniera definitiva, ci sono le testimonianze descrittive raccolte dai carabinieri. Quelle cioè del malcapitato, che quello di un'altra persona che si trovava lì vicino. Non solo. A ulteriore conferma ci sarebbero anche le registrazioni videoriprese da parte dell'impianto a circuito chiuso del distributore automatico. Nel portafogli, la vittima aveva custodito 510 euro. L'accusa per lui è di furto con destrezza. Qualora la magistratura dovesse confermare le ipotesi avanzate dai carabinieri, non si esclude la possibilità di una revoca del certificato di cecità.