LECCE | Pare si tratti di un personaggio restìo. Che nonostante «l'avvertimento», passateci il termine, ha continuato a mandare avanti la sua attività illecita di griffes contraffatte. Per la quale, non molto tempo fa, si trovò dinanzi i militari della Guardia di finanza, giunti all'interno del suo show room per controllare. Quest'ultimo lo aveva ricavato da un appartamento che aveva in affitto. La zona è quella di Porta San Biagio, vicino piazza Italia, dov'è c'è il monumento dei caduti, praticamente nel centro leccese. I militari, il 21 ottobre scorso, proprio nell'ambito di un'attività anticontraffazione, dopo aver suonato alla porta il campanello, si trovò dinanzi a 1200 capi contraffatti, con marche note, che però per questo o quel motivo, agli occhi dei più esperti apparivano palesemente contraffatte. Suoi capi d'abbigliamento, etichette d'ogni tipo. Circa 800. Se quei capi avessero raggiunto il mercato, avrebbero fruttato qualcosa come 100mila euro. L'uomo, di 47 anni, di Carmiano, pare fosse tornato a fare quello che faceva.
Proprio qualche tempo prima, nonostante la sua attività fosse stata già oggetto d'attenzione da parte delle fiamme gialle, l'uomo, sempre lì, in zona Porta San Biagio, avrebbe ricominciato il suo giro d'affari. Tanto che ieri, nel pomeriggio, dopo che i finanzieri avevano notato una signora uscire dall'appartamento, sono tornati a dare una controllatina, e hanno trovato altra merce contraffatta. Per lui, comunque, l'arresto non è scattato, perché nonostante fosse ritenuto recidivo nell'attività, l'unica cosa che si è potuto prendere è stata l'ennesima denuncia. Quelle buste piene d'ogni roba, da parte della signora, hanno fatto pensare subito che l'uomo fosse tornato a riprendere l'attività illecita. Un provvedimento poi è stato preso anche nei confronti della donna. Che aveva due buste piene con vestiti griffati falsi. I finanzieri l'hanno controllata. Innanzitutto le hanno chiesto lo scontrino fiscale, che non aveva ricevuto. Poi, hanno controllato la merce. Due giacche per uomo, di cui una «Armani», e ancora pantaloni e altro. La sanzione, come previsto dalla legge sarà dai 500 euro ai 10mila euro. Ma questo lo deciderà l'autorità prefettizia.
Insomma, le fiamme gialle, raggiunto l'appartamento, hanno trovato 4mila capi d'abbigliamento. Oltrechè accessori per il vestiario maschile e femminile. Il controllo, da Lecce, si è dunque spostato all'interno della sua abitazione, a Carmiano. Lì la Finanza ha trovato altri mille capi contraffatti. Secondo il proprietario della merce, il danno che gli sarebbe stato arrecato con quel sequestro sarebbe stato di 400mila euro. Che avrebbe potuto guadagnare qualora fosse riuscito avendere la roba. In realtà, il danno non tocca lui, quanto piuttosto chi opera legalmente nel mercato delle griffes prestigiose. Ma da dove arrivano tutte queste marche? I prodotti dove sarebbero stati fabbricati? Il maggiore Vito Pulieri, e il capitano Antonio Sederino non hanno dubbi. Dai Paesi dell'Oriente, prendi Turchia, Bulgaria, e Romania. Proprio nei giorni scorsi, i militari avevano già scoperto una donna di Racale, e un altro di Carmiano intenti a vendere merce contraffatta, adibendo una stanza del proprio appartamento in un negozio al dettaglio. Da non sottovalutare, poi, che questo è un periodo che capita sotto le feste. Un regalo col «marchio» potrebbe essere gradito da chi lo riceve. E allora, perché non comprare a poco prezzo marche prestigiose? I controlli dei finanzieri, dopo questa, andranno avanti anche nelle prossime settimane.