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LECCE | Le indagini sull'omicidio di Peppino Basile si spostano nuovamente in Procura. Più che altro per concludere il giro di interrogatori che si sono fatti in caserma, a Ugento, ieri e due giorni fa. Far luce sul «giallo» che ha sconvolto l'intera comunità non è facile, e gli elementi a disposizione del magistrato titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Giovanni De Palma, sono tanti. Per far quadrare i conti, sottolineano gli investigatori, di tanto in tanto occorre riascoltare quelle persone ritenute informate sui fatti, che potrebbero far emergere qualche significativo dettaglio, qualora nelle dichiarazioni ci fosse una qualche contraddizione di sorta con quelle raccolte a caldo in passato. Il colonnello dei carabinieri, Salvo Gagliano, è consapevole che gli interrogatori sono stati concordati col magistrato e sottolinea che la macchina della giustizia andrà avanti anche se a una «svolta» non si è ancora arrivati. Inutile dire, che sulle indagini, vige indubbiamente un certo riserbo. Con lui, questa mattina, in Procura, al terzo piano del Palazzo di Giustizia, c'era pure il dirigente della Squadra mobile della Questura di Lecce, Annino Gargano, e il capitano Mauro Biagio del Nucleo investigativo dei carabinieri.
Ma la giornata di oggi non è servita per stilare le relazioni. O meglio, non è servita solo a quello. Per il consigliere dell'Italia dei valori, che era impegnato tanto in Comune, all'opposizione, quanto in Provincia, nella maggioranza, non sarà semplice avere giustizia. Gli inquirenti, che ieri hanno ascoltato dieci persone, stanno cercando la giusta chiave di lettura. A quanto pare, l'attenzione degli investigatori si è soffermata pure su due giovani rumene, non ancora maggiorenni. Ma anche su questo il riserbo è massimo. In paese, si gioca d'azzardo. Le lettere minatorie verso il parroco d'Ugento, don Stefano Rocca, poi la costituzione di un comitato «Pro-Basile», che punta a dare il proprio sostegno al parroco per abbattere un muro di omertà, non certo invisibile. Nei bar di Ugento, intanto, si chiacchiera. E lo si fa proprio in merito al perché il pm abbia scelto i titolari di esercizi commerciali. Particolare attenzione anche ai vicini di casa, in via Nizza, che dunque non sono gli unici ad essere stati ascoltati.