LECCE | Spintoni, parole grosse, minacce, e poi calci, pugni, schiaffi, testate e morsi. Violenze consumate nei confronti della convivente, che da poco aveva partorito. E se fosse poco, l'uomo dall'indole turbolenta, avrebbe anche minacciato un agente di polizia, durante il lavoro all'ufficio del posto fisso che si trova all'ospedale di Lecce, «Vito Fazzi». È difficile poter accettare che un uomo alzi le mani alla propria donna, soprattutto se un bambino sta per esser messo alla luce. L'uomo che speri ti ami per tutta la vita, ad un certo punto delude le tue aspettative e inizia a dartele quasi fosse dalla parte della ragione. È il caso di una giovane donna albanese che nella fase della gravidanza e subito dopo il parto avrebbe subìto maltrattamenti piuttosto violenti da parte del convivente, Klevis Mecaj, 24enne disoccupato, originario di Valona, in Albania. A causa delle violenze perpetrate sulla giovane donna, durante le doglie del parto e poi anche dopo la nascita, il bambino avrebbe rischiato di perdere la vita. Il 16 novembre scorso la giovane donna aveva chiesto assistenza al pronto soccorso per lesioni riportate sul suo corpo a causa di una forte lite sfociata in tragedia. I medici, dopo averla visitata e sottoposta a tutti gli accertamenti del caso, le avevano prescritto una prognosi di 10 giorni.
In quest'occasione, ai poliziotti la donna ha raccontato che la convivenza era stata sin dall'inizio un inferno e difficile da continuare perché Klevis Mecaj era per indole manesco e pericoloso. Inoltre, l'uomo avrebbe usato violenza anche nei confronti di un agente di polizia in servizio presso l'ufficio del posto fisso dell'ospedale «Vito Fazzi» di Lecce che si era semplicemente prodigato ad aiutare la donna che si era presentata con il neonato per essere medicata. Pugni e spintoni avevano provocato all'agente di polizia lesioni giudicate dai medici guaribili nell'arco di 10 giorni. Le indagini svolte dagli uomini della Sezione volanti, diretti dal dirigente Giorgio Oliva, hanno così consentito di far emergere il profondo stato di abbandono e di costrizione morale e fisica della donna, che dopo l'ennesima prepotenza ed il gesto del poliziotto che ha affrontato Mecaj in sua difesa, in ospedale, ha trovato il coraggio di denunciarlo e farlo arrestare. L'uomo è finito in manette questa mattina dagli agenti della Sezione volanti della questura di Lecce. L'ordinanza è stata emessa dal giudice Andrea Lisi su richiesta del magistrato nominato di turno, il sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo.