UGENTO | Continuano costantemente gli interrogatori da parte del pubblico ministero titolare dell'inchiesta sulla morte di Peppino Basile, il sostituto procuratore Giovanni De Palma. Già nella giornata di ieri, il pm si era recato all'interno della caserma dei carabinieri di Ugento per interrogare alcune persone, in particolare un vicino di casa. E quella di ieri fu proprio una lunga giornata, in cui gli interrogatori andarono avanti fino a sera. De Palma questa mattina ha raggiunto nuovamente la stazione ugentina, e lì ha interrogato titolari di esercizi pubblici commerciali, in qualità di persone informate sui fatti. Gli interrogatori sono cominciati ieri, dunque, con l'ascolto di quindici persone, in particolare tutti i vicini di casa del consigliere provinciale e comunale dell'Italia dei Valori, che fu ucciso nella notte fra il 14 e 15 giugno scorso a pochi metri dall'ingresso della sua abitazione. Il quadro, nelle settimane successive, si è fatto sempre più oscuro, ma le indagini potrebbero essere a una svolta. Il magistrato ha preferito interrogarli nella stazione ugentina anzichè in Procura, unitamente al dirigente della Squadra mobile, Annino Gargano, e col comandante del reparto operativo dell'Arma dei Carabinieri, il colonnello Salvo Gagliano. Proprio ieri, in base a quanto era stato detto in un primo momento, sono emerse delle lacune e alcune contraddizioni. Tanto che gli interrogatori di due donne sono stati prolungati rispetto agli altri. Il pm sta tentando di far luce soprattutto a quelli che sono i momenti precedenti l'uccisione di Basile, e quelli successivi. Che si sia giunti a una svolta come auspicano in molti nel paese, potrebbe essere vero, ma gli inquirenti sottolineano che gli interrogatori alla presenza del magistrato erano già programmati. Dunque, da una parte carabinieri e polizia dovranno cercare di far luce sulle sue piste che si sono spartite, quella passionale legata a presunti debiti di gioco e donne, e ad un'altra meramente politica, confermata dalle lettere di intimidazione al vaglio dello stesso De Palma ricevute dal parroco della comunità, don Stefano Rocca, che nel frattempo in queste settimane si è impegnato ad abbattere un'atmosfera di omertà che si respira in paese. A quanto è dato di sapere, all'interno delle lettere recapitate al parroco, ci sarebbero nomi e cognomi, così come confermato da lui stesso, di persone presunte mandanti o esecutori dell'omicidio. Basile, in Comune, sedeva ai banchi dell'opposizione, mentre in consiglio provinciale, portava avanti i suoi valori di legalità in materia ambientale seduto agli scranni della maggioranza. Un'attività a tutto tondo, che colpiva probabilmente poteri forti, che siano del mondo della politica o dell'imprenditoria. È per questo, poi, che a tutela dello stesso parroco è nato un «Comitato Pro-Basile», con il quale il gruppo di cittadini iscritti, e presieduti dall'avvocato giudice Carlo Madaro e composto da Gianfranco Coppola, consigliere comunale di Ugento, Salvatore De Mitri, Giovanni D’Agata affiancano il parroco in ogni attività mirata alla legalità.