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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 18/11/2008 | CRONACA
EROINA | Al vaglio anche un'insegnante di musica. Fu trovata con eroina nelle parti intime
Operazione «Non stop», 19 arresti.
L'eroina da Lecce e dal brindisino
Nella rete dei carabinieri sono finite 19 persone che, a vario titolo, avrebbero favorito l'attività criminale di spaccio di eroina. Le indagini, partite nel dicembre del 2004, si sono concluse questa notte. L'organizzazione agiva nel Sud Salento.

TRICASE | Associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. È questo il capo d'imputazione di cui dovranno rispondere 19 indagati, 18 uomini e una donna, maestra di musica in una scuola elementare di Tricase, insospettabile, che secondo un'approfondita indagine da parte dei carabinieri, avrebbero partecipato, a vario titolo, allo spaccio di eroina nel Sud Salento. Un'operazione durata quattro anni, e che nelle scorse ore si è conclusa col provvedimento delle ordinanze di custodia cautelare in carcere del giudice per le indagini preliminari Ercole Aprile, nei confronti di 19 persone, su richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini, il sostituto procuratore Francesca Miglietta, che avrebbero preso parte all'associazione per lo spaccio di eroina. In manette sono finiti Palmiro Antonio Calò, di 55 anni, di Zollino, sposato, disoccupato, Dario De Giuseppe, 33 anni, di Minervino di Lecce, operatore ecologico, celibe, Davide De Giuseppe, 33 anni, di Minervino di Lecce, celibe e disoccupato, Pasquale Antonio Fino, 40 anni, di Nociglia, contadino, celibe, Andrea Fracasso, 32 anni, di Scorrano, celibe e disoccupato, Etilvio Giovanni Greco, 29 anni, di Nociglia, celibe e disoccupato, Daniel Guglielmo, 21 anni, di Poggiardo, celibe e disoccupato, Federico Guglielmo, 31 anni, di Poggiardo, operaio, sposato, Mario Mergola, 25 anni, di Scorrano, operaio, celibe, Antonio Negro, 30 anni, di Supersano, celibe e disoccupato, Davide Francesco Negro, 31 anni, di Supersano, celibe e disoccupato, Rossano Negro, di 37 anni, di Scorrano, operaio, celibe, Alessandro Pirtoli, di 26 anni, di Casarano, celibe e disoccupato, Antonio Walter Sanzò, 47 anni, di Giuggianello, falegname, non sposato, Elvira Sinno, 42 anni, di Matera, insegnante, convivente, Giuseppe Strummiello, 39 anni, di Palmariggi, celibe e disoccupato, Paolo Vadrucci, di 33 anni, di San Cassiano, sposato e disoccupato, Carlo Vaglio, di 54 anni, di Galatina, coniugato e disoccupato, e Angelo Zappatore, di 36 anni, di Nociglia, commerciante, convivente. I volti non sono certo nuovi alle cronache. Se pensiamo, per esempio, che Carlo Vaglio, noto anche come «Strega», in passato venne sorpreso dai militari dell'Arma, poiché ritenuto ai vertici di un'organizzazione criminosa che si occupava dello spaccio di stupefacenti nella zona di Galatone. Giuseppe Strummiello, invece, fu arrestato di recente dai carabinieri della Compagnia di Maglie, diretta dal maggiore Andrea Azzolini, perché coinvolto in una vasta operazione mirata al contrasto del proliferare del commercio della droga nel Salento. Elvira Sanno, invece, è meglio nota per una vicenda, anch'essa appartenente al passato, in cui fu trovata dai carabinieri con 10 grammi di eroina nascosti nelle parti intime.

 

Come si diceva, l'indagine è partita nel dicembre 2004, con un arresto effettuato nell'ambito delle attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti in vari comuni del basso Salento. Un arresto che arrivò in flagranza di reato, e a seguito del quale i carabinieri della Compagnia di Tricase, guidati dal tenente Matteo Branchinelli, intrapresero una serie di attività investigative, fra le quali anche intercettazioni telefoniche, che si sono protratte per oltre due anni, e che si sono sviluppate a 360 gradi verso altri soggetti, fra cui tre già noti alle forze dell'ordine, che furono arrestati a seguito delle indagini contro la criminalità organizzata del leccese, e poi altri insospettabili fra cui una maestra di scuola elementare, che insegna musica a Tricase, Elvira Sinno, per l'appunto. L'operazione è stata condotta da un centinaio di carabinieri del Comando provinciale di Lecce, che sono stati coadiuvati dai militari del Sesto Nucleo Elicotteri di Bari, nonchè dal Nucleo Cinofili di Modugno, e dai militari della Compagnia d'Intervento Operativo dell'11esimo Battaglione «Puglia», e dai carabinieri della motovedetta CC 624 «Santa Maria di Leuca», con la collaborazione dei carabinieri delle Compagnie di Bologna Borgo Panigale, di Francavilla Fontana, e San Donà di Piave. L'attività investigativa è stata svolta su delega dell'autorità giudiziaria, e ha permesso, nel tempo, di procedere all'arresto in flagranza di reato di 11 associati all'organizzazione criminosa e al sequestro di eroina sufficiente per confezionare oltre 400 dosi, fra marijuana, hashish, flaconi di metadone, diverse compresse di «Subtex» (buprenorfina e alta dose) e poi denaro in contanti che i carabinieri giudicano provento dell'attività delittuosa. Ma da dove arrivava tutta questa droga? Principalmente, i canali di approvvigionamento erano due. Uno leccese e uno brindisino. L'organizzazione criminale poteva contare su una scala gerarchica, dove l'organizzazione verticistica costituiva una peculiarità del sodalizio. Leader indiscussi, secondo le indagini dei carabinieri, sarebbero stati Giuseppe Strummiello e Andrea Fracasso, che potevano contare sulla disponibilità di armi da fuoco, sull'elevato numero di consociati, ciascuno con ruoli e compiti specifici, a tal punto da poter sopperire in qualunque momento ad eventuali defezioni del sistema. Quando per esempio un componente veniva arrestato, l'organizzazione poteva contare su un sostituto. Non solo. Strummiello e Fracasso avrebbero potuto contare anche su «pusher» tossicodipendenti, e sull'estrema diffidenza di coloro che appartenevano all'organizzazione, che si preoccupavano di cambiare sim card nel proprio cellulare, e quindi numero di telefono, dopo ogni controllo fatto a loro carico dalle forze di polizia, e di conseguenza si preoccupavano di comunicare a clienti e capi il nuovo numero. Dunque, l'organizzazione è stata smantellata grazie al lavoro del capitano della Compagnia di Tricase, Andrea Bettini, che si è insediato da poco, e che ha portato avanti il lavoro cominciato dal suo predecessore, il capitano Nicola Candido (che ora è al vertice del Nucleo operativo ecologico di Lecce), dal tenente già citato Branchinelli, che hanno ricevuto il plauso non solo da parte del gip che ha condotto la fase preliminare dell'operazione, ma dallo stesso procuratore capo della Procura della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, anche lui presente questa mattina, in conferenza stampa. Gli inquirenti sono stati impegnati durante tutto il percorso investigativo per mettere insieme tutti quei tasselli che compongono il puzzle, dove ogni componente dell'organizzazione, impegnato con una propria mansione, nel momento in cui veniva arrestato, poteva contare su un proprio sostituto, che veniva battezzato per l'occasione, pronto a insediarsi e a riprendere il lavoro del proprio predecessore.

 

Al gruppo, infatti, in più occasioni sono stati inferti duri colpi, con l'arresto, per esempio, in flagranza di reato, di undici persone, e il sequestro dell'eroina sufficiente per il confezionamento delle quattrocento dosi, oltre alla marijuana, all'hashish, al metadone, e al subutex. Insomma, i due leader Strummiello e Fracasso, sarebbero stati la mente del gruppo. Il primo, tra l'altro, venne arrestato durante la prima settimana di aprile. Pedine di un'organizzazione determinata, non c'è dubbio, che agiva anche forzando, talvolta, l'alt intimato dai carabinieri. In un episodio, per esempio, si sarebbe tentato di investire un militare, il tenente Francesco Provenza, al quale furono provocati danni alla persona lievi, ma non poco rilevanti. Ed è proprio da episodi come questo, che i carabinieri hanno dato il nome all'operazione di «Non stop». Da sottolineare, inoltre, che l'attività di spaccio, poteva essere solo di quantità superiori ai tre grammi. Per quantità inferiori, invece, l'attività sarebbe stata delegata ad altri, che avrebbero spacciato la dose solo dopo aver concordato col proprio acquirente luogo e orario d'incontro. E poi, come detto, particolare importanza anche sui canali di approvvigionamento della droga, Lecce e Brindisi. In quest'ultimo caso, però, il referente dopo l'arresto nel brindisino, ha portato all'estinzione di quel punto di riferimento. Ci sono poi i messaggi cifrati, con i quali veniva intesa la droga. Per fare riferimento alle dosi di eroina, per esempio, si parlava di «pizze», in altri casi, invece, si chiedeva «in quanti siete a venire?» proprio per sottolineare l'appuntamento fra amici, dove la risposta sarebbe stata ad esempio il numero delle dosi di eroina da voler acquistare. «Siamo in cinque», per esempio. A volte, a corredo della dose, c'era pure la siringa. Che veniva fornita in determinati casi agli acquirenti, in modo che questi potessero assumere seduta stante la sostanza, in modo da non farsi accorgere ad un eventuale controllo delle forze dell'ordine.

 

L'ultimo colpo sferrato all'organizzazione c'è stato questa notte. L'ultimo arrestato, Angelo Zappatore, è stato trovato in possesso di due involucri di eroina, il primo contenente sette grammi di sostanza stupefacente, e il secondo con all'interno 28 grammi di eroina. E nonostante avesse tentato di gettare nel bagno i due involucri di plastica, i carabinieri sono riusciti a recuperarli. Un po' meglio è andata ad Alessandro Pirtoli. Aveva con sé 0,7 grammi di marijuana tanto da essere stato segnalato alla competente autorità amministrativa. Le ordinanze sono state eseguite nelle province di Lecce, Brindisi, Bari, Bologna, e Venezia, e dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso le case circondariali di quei comuni a disposizione dell'autorità giudiziaria. Questo perché alcuni degli arrestati erano fuori sede per motivi di lavoro, non riconducibili però all'attività di spaccio. Intanto, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha espresso la propria soddisfazione per l'operazione che si è conclusa positivamente: «Esprimo compiacimento per l’esito dell’operazione che ha portato all’arresto di 19 persone in provincia di Lecce, frutto di una lunga e capillare attività investigativa condotta dall’Arma in un’area comprendente numerosi comuni del sud Salento. L’impegno profuso dalle forze dell’ordine ha così consentito di disarticolare una complessa organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Al comandante provinciale dei carabinieri di Lecce, il colonnello Filippo Calisti, e ai militari della Compagnia di Tricase, va pertanto la mia gratitudine per aver sradicato un fiorente traffico di droga nel Salento».

 

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