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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Dopo aver battuto con il pedale dell’acceleratore volanti della polizia e pattuglie di vigilanza, le forze dell’ordine hanno vinto la sfida che durava da diverso tempo. Tutto iniziò nell’estate 2007, dopo una serie di furti e rapine, i militari diedero il via ad un’operazione denominata «Challenge», che tradotto significa «sfida». Una banda composta al momento da 12 persone, che agiva con mano armata, metteva a segno furti e rapine e poi fuggiva a bordo di alcune auto da corsa, facendo in modo che sparissero dagli occhi della polizia con una velocità pari a 200 chilometri orari. Non erano monotoni, ogni colpo aveva tipologia e metodi nuovi. Secondo gli agenti della squadra mobile di Lecce, guidati da Annino Gargane, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Francesca Miglietta, la squadra sarebbe ben organizzata e consolidata. Il gip Maurizio Saso ha eseguito undici ordinanze di custodia cautelare e dodici invece mandati di cattura. A vedersi stringere le manette ai polsi sono stati: Daniele Vitale, 30enne, di Tuturano, frazione di Brindisi, detto «Chiangi chiangi», Luciano Liuzzi, 36enne, originario di Brindisi ma residente a Squinzano, soprannominato «Fuci fu», il fratello Francesco Liuzzi, 38enne detto «Spedale», con un passato da infermiere, Leonardo Miccoli, 36enne, Stefano Bascià, 23enne entrambi residenti a Cavallino, Vito Sicilia, 26enne di Tuturano, Luigi Tursi, 42enne di Brindisi, detto «Gnomo», e Cosimo Palma 32enne di Squinzano. I primi tre sarebbero stati i capi del clan che comandavano i restati. Invece, Luciano Balestra, 36enne, insieme al fratello Angelo 19enne, unitamente a Domenico Centocelle, 55enne di galatone, sono ritenuti i ricettatori delle auto rubate. La gang che metteva in atto rapine e furti era composta da esponenti delle province di Lecce e Brindisi. Ad essere presi di mira sarebbero stati tabaccherie, esercizi commerciali, carburanti, negozi e anche abitazioni private. Tutte le persone arrestate rispondono di associazione a delinquere finalizzata a rapina, furto, ricettazione e riciclaggio di autoveicoli tutti compiuti con mano armata. Gli investigatori hanno iniziato ad indagare da gennaio scorso, gli agenti, invece, hanno cercato di bloccare la banda con una corsa a sirene accese ma, l’alta velocità, non ha permesso la stretta delle manette ai polsi in anticipo. In un primo momenti gli inquirenti sono riusciti ad individuare il luogo dove venivano nascoste le auto rubate, come un’Alfa 156 station wagon e un’Alfa 166, su entrambe affissa una targa svizzera, ma sottratte a dei cittadini leccesi. Prima ancora però è stata individuata a Casalabate, marina di Lecce, il posto dove veniva nascosta la refurtiva e i mezzi, tra cui una delle due auto, una torcia, dei guanti, e dei passamontagna. L’Alfa 156 è stata trovata all’interno del garage della marina leccese, mentre la 166 tra le campagne di San Vito dei Normanni, provincia di Brindisi. Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Lecce, unitamente ai colleghi della questura di Brindisi. Quest’inchiesta ha permesso di arrestare persone di alta responsabilità criminale. Infatti, il 22 febbraio, venne messa a segno una rapina con sequestro di persona a Carmiano. All’epoca dei fatti venne fermato dai carabinieri Cosimo Palma, in compagnia di una persona di Cellino San Marco. I promotori dell’associazione criminale sono i fratelli Liuzzi, insieme a Vito Sicilia, entrambi scoperto grazie al furto di un Daily compiuto il 23 aprile scorso. All’interno della 166, trovata all’interno del garage di proprietà del padre di Liuzzi, vi era presente il materiale utilizzato per lo scatto insieme ad un fucile da caccia di marca Franchi rubato a Brindisi nel 2008, inoltre vi erano delle centraline utilizzate per l’avviamento di diversi tipi di autovetture.</p>