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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 01/11/2008 | CRONACA
Spuntano tre testimoni sull'aggressione avvenuta nei confronti di un salentino
Tre persone hanno telefonato alla polizia di Bologna, chiedendo di poter raccontare quello che è successo mercoledì sera, quando un 44enne, originario del Salento, ma residente a Bologna, sarebbe stato colpito da una pietra da alcuni tifosi rossoblù.
di Paolo Franza


<p style="text-align: justify;"><strong>BOLOGNA</strong> | Sar&agrave; la Digos di Bologna ad ascoltare le tre persone che hanno telefonato alla polizia di Bologna per raccontare quello che avrebbero visto mercoled&igrave; scorso nei pressi dello stadio Dall&rsquo;Ara, luogo di un&rsquo;aggressione. In quella sera un tifoso della Juventus, 44enne, originario del Salento, ma da anni residente a Modena, venne assalito subito dopo la partita contro il Bologna. L&rsquo;uomo si trovava in compagnia della moglie e i due figli di 10 e 16 anni, accompagnato anche da un collega peruviano di 19anni. L&rsquo;uomo si trova ricoverato ancora nel reparto di Rianimazione, l&rsquo;ospedale comunic&ograve; uno spostamento nel reparto di Neurochirurgia, ma che ancora non &egrave; stato effettuato, perch&egrave; ancora &egrave; troppo agitato, bisogner&agrave; aspettare che la situazione migliori. Nella giornata di domani, il 44enne verr&agrave; visitato dal medico legale incaricato dal magistrato di turno. Subito dopo l&rsquo;aggressione, la presidente del Bologna, <strong>Franscesca Menarini</strong>, insieme al pm, <strong>Lucia Musti</strong>, chiesero a tutti i presenti di poter collaborare, per cercare di far luce sull&rsquo;accaduto. Invito accolto da alcune persone, al momento anonime, che avrebbero deciso di raccontare quello che realmente &egrave; successo. Intanto la procura ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Tra i testimoni vi &egrave; una ragazza che ha raccontato di essere stata minacciata da alcuni tifosi rossobl&ugrave; costringendola a togliere dal collo la sciarpa della Juventus. Sar&agrave; la Digos che sta indagando sull&rsquo;aggressione, dunque, ad ascoltare i testimoni che si sono presentanti spontaneamente a collaborare. Con un po' di ritardo, una dirigente della societ&agrave; bianconera, ha telefonato alla moglie del 44enne salentino, nel pomeriggio di ieri e nella mattinata di oggi, per avere notizie sulle condizioni del marito.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">L&rsquo;aggressione sarebbe avvenuta intorno alle 22,30 di mercoled&igrave;, al termine della partita. Il 44enne, insieme al figlio 16enne e all&rsquo;amico peruviano, sarebbero usciti pochi minuti prima della fine della partita, in modo da evitare il caos di tifosi. Tra via cella Certosa e via Andrea Costa, gli uomini sarebbero stati raggiunti da alcuni supporter del Bologna, con in mano delle bandiere della loro squadra. Il figlio sarebbe stato intimato dai tifosi di togliere la sciarpa della Juventus, il giovane per&ograve; non si &egrave; fatto intimorire dalla minaccia &laquo;Ora ci penso io&raquo;, e avrebbe continuato ad avere tra il collo la sciarpa. Tutto sarebbe finito l&igrave; se non fosse stato che il salentino, insieme al figlio e all&rsquo;amico, hanno iniziato a fregandosene delle minacce e, indifferentemente, si sarebbero avviati per raggiungere la propria auto. All&rsquo;improvviso una seconda persona &egrave; sbucata insieme ad una ragazza, raggiungendo alle spalle il 16enne, strappandogli la sciarpa. Il padre, per difendere il figlio, avrebbe inseguito i tifosi rossobl&ugrave;, da quel momento ne &egrave; nata una colluttazione. L&rsquo;aggressione sarebbe avvenuta lungo via della Certosa, mentre il 44enne stava inseguendo i tre tifosi del Bologna,&nbsp;&egrave; stato colpito da un oggetto contundente, forse una pietra, lanciata forse da uno dei tre rossobl&ugrave; sconosciuti.</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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