Data pubblicazione: 30/10/2008 | CRONACA
Operaio investito dal treno, aperto il processo. A giudizio il rappresentante della ditta
Victor Rotaro, operaio di 48 anni, cittadino moldavo, e residente a Torino, su disposizione dell'azienda «Scavi 2000» di Vercelli, fu portato a un casello di Neviano a effettuare opere di battitura. Fu travolto e schiacciato da un treno.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Perse la
vita il 3 novembre del 2006. Ora è stato aperto un processo
dove dovranno comparire dinanzi al giudice alcune persone, tra cui il
suo datore di lavoro. Victor Rotaro, operaio di 48 anni di
cittadinanza moldava, morì quel giorno in un incidente
ferroviario. Perse la vita attorno alle 14,30 del pomeriggio,
investito da un treno in transito, proprio in prossimità del
casello ferroviario di Neviano, in aperta campagna. In un'aula di
tribunale, il prossimo 19 gennaio dovranno comparire a Galatina,
Giambattista Verzelletti, di 41 anni, di Vercelli, il rappresentante
legale dell'impresa sub-appaltatrice e datore di lavoro dell'operaio
moldavo. Notaro era regolarmente residente a Torino, con un permesso
di lavoro, L'uomo infatti, lavorava per l'impresa «Scavi 2000»
di Vercelli, e proprio di recente rispetto alla data dell'incidente,
la ditta aveva vinto l'appalto per le opere di automazione dei
passaggi a livello delle Ferrovie Sud-Est. Da alcuni giorni,
l'operaio si trovava nel Salento insieme ad alcuni colleghi. Saranno
processati anche Gaetano Menolascina, di 44 anni di Cremona,
responsabile di cantiere. Quest'ultimo sarebbe stato la persone che
avrebbe dato l'ordine esecutivo di spostarsi sul tratto di rete
ferroviaria di Neviano. Lo sfortunato operaio, all'epoca dei fatti,
era intento ai lavori di canalizzazione a ridosso dei binari del
casello di Neviano, nel momento in cui si verificò la
tragedia. Le indagini partirono con una prima ricostruzione da parte
dei carabinieri della stazione di Neviano, e della Compagnia di
Gallipoli, secondo i quali Victor Rotaro era impegnato proprio a
ridosso dei binari, e mentre stava sopraggiungendo la motrice At 310
in servizio sulla tratta Tuglie-Seclì, della linea Gagliano
del Capo-Novoli.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Avrebbe utilizzato una
macchina compattatrice che per via dell'alto rumore non gli avrebbe
fatto sentire il treno in transito. Che dopo averlo colpito di
striscio lo ha poi risucchiato sotto i binari del treno, uccidendolo
praticamente sul colpo. C'è poi la ricostruzione da parte
della Procura. Verzelletti non avrebbe ottemperato ad informare il
povero Rotaro sui rischi derivanti da quell'attività
lavorativa, e non si sarebbe curato di effettuare un'adeguata
formazione del proprio personale di lavoro. Ipotesi al vaglio della
Procura. Menolascina, invece, avrebbe indotto gli operai della
propria squadra a spostarsi di binario senza però prendere le
precauzioni necessarie. Questo però, è quanto al vaglio
del gup Nicola Lariccia. I compagni di lavoro, tra l'altro, all'epoca
dei fatti, non hanno potuto far altro che constatarne la morte, per
un uomo che era stato travolto dalla motrice e che era finito sotto i
binari senza accorgersi di nulla. L'autista del mezzo, che poi è
rimasto per diverse ore sotto choc, S.R., a quanto pare, alla vista
degli operai che si trovavano in prossimità a lavorare avrebbe
anche diminuito la velocità del treno. Nelle ore successive
alla tragedia, il legale rappresentante della ditta «Scavi
2000» inviò un proprio rappresentante legale, per
seguira la vicenda proprio sotto l'aspetto giudiziario. L'avvocato
Giuseppe Romano, che ora continua a seguire i risvolti legali
unitamente all'avvocato Andrea Corsaro del foro di Lecce. La salma,
dopo l'intervento degli uomini dell'Arma, su disposizione del
pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Donatina
Buffelli, fu tradotto a Torino, dai parenti. Il 3 novembre 2006, tra
le tante cose, l'Ispettorato provinciale del lavoro aprì un
fascicolo al fine di accertare se sul luogo del lavoro fossero state
rispettate le disposizioni in materia di sicurezza. Intanto,
Christian Quarta insieme ai fratelli del moldavo si sono costituiti
parte civile insieme all'ente Inail.</p>
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