Data pubblicazione: 29/10/2008 | CRONACA
Condannato Carlo Chiarillo. Sparò nel 2006 ad un appuntato dell’arma
È stato condannato a 11 anni e 6 mesi di reclusione, Carlo Chiarillo, 20enne di Ruffano, all’epoca dei fatti appena 18enne. Durante un inseguimento sparò ad Antonio Sergi, ferendolo in modo grave. Il carabiniere verrà risarcito di 15mila euro.
<p style="text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | È stato giudicato oggi dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Lecce, <strong>Carlo Chiarillo</strong>, 20enne di Ruffano, che dovrà scontare una pena di 11 anni e sei mesi di reclusione, inoltre, il giudice ha deciso che la vittima verrà risarcita di 15mila euro. I fatti risalgono al 17 maggio 2006, quando Chiarillo, durante un inseguimento a piedi ad Alessano, sparò quattro colpi d’arma da fuoco nei confronti di un appuntato dei carabinieri, <strong>Antonio Sergi</strong>, 42enne di Cagliano del Capo. L’inseguimento iniziò a bordo di una 164, Chiarillo imboccò una strada senza via d’uscita, e quindi dovette per forza fuggire a piedi. Scavalcando una recinzione, Chiarillo era convito che i carabinieri non l’avessero inseguito, e invece non andò cosi, l’appuntato si avvicinò sempre di più vicino a lui intimandogli di fermarsi, ma d’altro canto si voltò e gli sparò contro con una calibro 7,65. Le indagini iniziarono dalle accurate indagini svolte all’interno dell’auto, dove venne trovato un pacchetto di patitene, prova schiacciante per i carabinieri che lo fecero analizzare dal Ris di Roma, risultato negativo, perchè le impronte non conducevano a nessun nome, ma risultarono positive, quando venne fuori che Chiarillo faceva parte di una banda che mise a segno nella terra salentina oltre 10 rapine. Oltre al pacchetto di patatine, un’altra prova sono i tabulati telefonici. L’uomo, difeso dall’avvocato <strong>Alfredo Cardigliano</strong>, stava per essere condannato a 18 anni, su richiesta del pubblico ministero, visto che la sparatoria avvenne nei confronti dell’Arma. L’avvocato Cardigliano però intervenne in sua difesa cercando di spiegare che gli spari non furono mirati, dato che Chiarillo se la stava dando a gambe, dichiarazioni ascoltate dal presidente Pellerino, assistito da Sansonetti e Verderossa. Le accuse nei confronti di Chiarillo sono: tentato omicidio, ricettazione, furto, porto abusivo di armi e resistenza a pubblico ufficiale. Le accuse sono state comunque confermate dal presidente, tenendo presente le attenuanti. Il legale di Chiarillo rimane soddisfatto del processo, sottolineando che cercherà di diminuire la pena, annullando le accuse di tentato omicidio e lesioni volontarie, anche perchè l’assistito di Cardigliano sin dall’inizio ha collaborato. Ora il carabiniere, assistito dall’avvocato <strong>Federica Sambati</strong>, verrà risarcito, perchè durante la sparatoria i proiettibi beccarolo il braccio destro, il linguine e la mano sinistra, per poco quindi l’appuntato non rimaneva in una pozza di sangue.</p>