Data pubblicazione: 28/10/2008 | CRONACA
Nave incagliata ad Ugento. Il caso finisce nell’aula del tribunale di Tricase
Dopo quasi otto mesi, dall’incagliamento della motonave tra le secche di Ugento, vengono portati in tribunale due persone turche ritenute responsabili dell’accaduto. Il processo avrà inizio inprossimo 3 febbraio 2009 presso il tribunale di Tricase.
<p style="text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | Sono trascorsi quasi sette mesi da quando la motonave turca «Marti Pride», lunga 92 metri ed equivalente al peso di 2749 tonnellate, si incaglio tra le secche del litorale ugentino. Era partita da Taranto ed era divetta verso l’Albania. Il caso torna ad essere causa di discussione in tribunale, l’incaglio avvenne lo scorso 6 marzo a poco più di un miglio dalla costa. La richiesta del pubblico ministero, <strong>Marco D’Agostino</strong>, che ha disposto il rinvio a giudizio per due persone turche ritenute responsabili dell’accaduto, il comandante della motonave insieme al macchinista, è stata accolta dal gup <strong>Annalisa De Benedictis</strong>. Durante l’incagliamento con il fondale profondo circa 5 metri, sull’equipaggio vi erano undici persone, portate in salvo dai militari della capitaneria di porto di Gallipoli, che sgombrarono la nave anche di casse contenenti del liquido pericoloso, in tutto vennero portati via 150 container, otto dei quali pericolosi, ma non inquinanti perchè ritenuti idrosolubili. In tutto si lavorò per 20 giorni, il ritardo fu giustificato dal mare molto mosso che non permetteva agli uomini della capitaneria di intervenire. Il carico fu trasportato con l’ausilio di un motopontone proveniente dalla Grecia, mentre l’imbarcazione fu liberata dalla costa grazie all’intervento di un rimorchio giunto dal Crotone. Ora bisognerà attendere il prossimo 3 febbraio, per l’apertura del processo che avverrà presso il tribunale di Tricase.</p>