di Federica Sabato
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>BRINDISI</strong> | Sette feretri, uno accanto all’altro, avvolti da altrettante
bandiere con il tricolore italiano, la camera ardente dei sette
militari morti tragicamente tra i cieli della Francia, è stata
allestita all’aeroporto militare «O. Pierozzi» di
Brindisi. Per <strong>Stefano Bazzo</strong>, il capinato <strong>Michele Cargnoni</strong>,
il tenente <strong>Marco Partipilo</strong>, i primi marescialli <strong>Giovanni
Sabatelli</strong> e <strong>Carmine Briganti</strong>, i marescialli di prima
classe <strong>Giuseppe Biscotti</strong> e <strong>Massimiliano Tommasi</strong>,
funerali di Stato. Le salme sono arrivate nella notte, per tutta la
notte nell’aeroporto «Pierozzi» c’è stato un
mesto pellegrinaggio di compagni di divisa, parenti e tanta gente
comune, notte di veglia, di lacrime e di interrogativi, nella base
del Sar, la stessa che per le vittime era considerata una seconda
casa. I funerali sono iniziati alle 14, il programma del
trasferimento dei parenti prima, e delle salme dopo, predisposto
dalle autorità militari, è stato condiviso con il
Governo dopo il visto rilasciato dalla magistratura francese, la
stessa che continua ad indagare sulle cause del disastro dell’HH-3F
del 84esimo Sar di Brindisi. Numerose autorità civili,
militari e politiche si sono susseguite per omaggiare i militari
nella camera ardente. Cordoglio alle famiglie è stato espresso
anche dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e del ministro alla
Difesa, Ignazio La Russa, anche lui presente a Brindisi.<br />Intanto,
proseguono le indagini, un fascicolo di inchiesta è stato
aperto dal procuratore aggiunto, <strong>Cosimo Bottazzi</strong>, e il pm
<strong>Antonio Negro</strong>, due sono le ipotesi di reato: disastro
aviatorio e omicidio colposo plurimo. La delega delle indagini è
stata data al nucleo operativo dei carabinieri di Brindisi diretti
dal colonnello Gennaro Ventriglia. Probabilmente si svolgeranno
domani i funerali di Massimiliano Tommasi, il 34enne di Calimera,
dove è già lutto cittadino. Il dolore di un intero
paese attorno a sette bare e i famigliari vogliono che si faccia
chiarezza sulla tragedia che ha segnato per sempre la loro vita.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>I FUNERALI
(dall'inviato)</strong> | Sette famiglie, distrutte dal dolore. I volti di
genitori, fidanzate, mogli, parenti. Tutte persone che tutto potevano
aspettarsi nulla vita, ma non un dolore che probabilmente si poteva
evitare. Dolore che non ha ancora un responsabile, e che solo la
Procura di Brindisi probabilmente riuscirà a far luce. Oggi,
il rito d'addio. Quello funebre, celebrato pochi minuti fa e
conclusosi con la consegna del Tricolore ai familiari. I corpi dei
sette militari pugliesi, infatti, proprio nella notte sono tornati
dalla Francia. La liturgia, cominciata alle 14, all'aeroporto
militare «Orazio Pierozzi» Centro Sar di Brindisi, alle
spalle dell'aeroporto civile, ha visto la partecipazione di numerose
autorità militari e civili. La messa è stata officiata
dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, che nel corso
dell'omelia, dopo aver pronunciato quei setti nomi di Massimiliano,
Carmine, Giuseppe, Teo, Giovanni, Marco, Michele, ha sottolineato:
«Sentiamo tutti il bisogno di un grande silenzio, il silenzio
della consolazione». Parole di conforto, con le quali il
monsignore ha poi sottolineato come «un elicottero destinato
alla ricerca e all'aiuto di vite umane, sia diventato strumento di
morte». L'aeronautica, con la sua attività, in tutti
questi anni, ne aveva salvate di vite. Settemila. E poi, strano
destino, strana sorte, lo strumento utilizzato per i salvataggi, per
sette eroi, si è trasformato in strumento di morte. Parole su
cui ancora insiste Pelvi: «Il velivolo si è trasformato
in una causa di indicibile dolore». Una liturgia composta,
ordinata, dove ogni nucleo familiare si è stretto intorno al
proprio caro.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">E ancora, sottolineando i
nomi delle sette vittime, Pelvi ha continuato dicendo: «Una
nube avvolge la mente e non ci consente di capire come sia potuto
accadere in un istante questa tragedia». Monsignor Pelvi, poi,
ha affidato alla protettrice dell'Aeronautica militare, la Vergine di
Loreto, i familiari delle vittime: «La vita umana è come
un viaggio spesso oscuro e incomprensibile». Nell'hangar,
intanto, c'erano circa 2mila persone, e poi un altro migliaio sul
piazzale. Numerose le rappresentanze istituzionali militari e civili,
tra cui il capo di Stato maggiore alla Difesa, Vincenzo Camporini, il
capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, Daniele Tei, il ministro
della Difesa, Ignazio La Russa, il ministro agli Affari regionali, il
magliese Raffaele Fitto, i sindaci dei diversi comuni, tra cui quello
di Brindisi, Domenico Mennitti, e la senatrice Adriana Poli Bortone,
nonché il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il
presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e poi carabinieri,
polizia, Croce rossa, Misericordia e altre associazioni di
volontariato. Il rito celebrativo funebre che si è tenuto
nell'hangar è stato chiuso dalle parole di un'amica delle
vittime dell'incidente, che ha sottolineato come per loro, la voglia
di volare, di scandagliare i cieli, di soccorrere le persone in
difficoltà fosse forte e sentita: «Avete dimostrato di
essere veri eroi del cielo, nulla vi spaventava». Il Tricolore,
intanto, è stato consegnato solo dopo che i feretri hanno
lasciato l'hangar dell'aeroporto militare. È lì che
sono stati salutati col grido del XV Stormo, di cui fa parte proprio
l'84esimo Sar di Brindisi: «È per i nostri amici,
mammaiut». Le bare intanto, sono state caricate sui carri
funebri per consentire ai familiari di riportarle nei rispettivi
paesi d'origine. <em>(r.f.)</em></p>
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