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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 23/10/2008 | CRONACA
Conflitto a fuoco per gli escavatori, e quattro ladri sono messi in fuga
Recuperati quattro escavatori che erano stati sottratti all'azienda produttrice di mezzi per il movimento terra «New Holland». Si tratta di due escavatori e due motopale. I ladri, dopo un conflitto a fuoco, si sono dati alla fuga nelle campagne.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>SURBO</strong> | Assalto alla New Holland, portano via quattro escavatori, ma poi raggiunti dalla polizia si danno alla fuga, non senza prima dare origine a un conflitto a fuoco. Torna alla ribalta la &laquo;banda degli escavatori&raquo; che questa notte ha agito di nuovo all'interno dell'industria &laquo;New Holland&raquo; che come si sa produce macchinari per il movimento terra. Le pattuglie delle volanti della polizia sono giunte sul posto allertate dalla vigilanza, poi, con l'ausilio della luce di un telefonino cellulare, per non farsi notare li hanno seguiti fino a che non hanno nuovamente sentito il rumore dei motori delle pale, a quel punto &laquo;l'alt&raquo; da parte degli agenti, a cui rispondono i ladri con un colpo di pistola, poi la risposta a fuoco della polizia e alla fine, dopo che i ladri si sono dati alla fuga, le macchine sono state recuperate. Una notte decisamente movimentata, non c'&egrave; che dire. Ma chi si sarebbe mai aspettato un conflitto a fuoco? Tutto &egrave; cominciato intorno alle 22,35, quando &egrave; giunta all'interno degli uffici della Questura una segnalazione da parte di un agente della vigilanza che aveva notato strani movimenti all'interno dell'azienda. &laquo;Correte, correte qua sta succedendo qualcosa. Le pale, gli escavatori...&raquo;. Da viale Oronzo Quarta partono due pattuglie della Sezione volanti, diretta dal dirigente del servizio <strong>Giorgio Oliva</strong>, allertati dal responsabile di turno della centrale operativa. Le pattuglie, in pochi minuti, raggiungono lo stabilimento della New Holland, che si trova nella zona industriale di Surbo, alla periferia del capoluogo e discutono con gli operatori della vigilanza, che avevano notato strani movimenti nell'area dell'azienda che si occupa della costruzione di macchine per il movimento terra. Un'occhiata &egrave; subito andata al sistema d'allarme, che ignoti avevano fatto scattare. Era evidente l'intento di mettere a segno un furto. Una volta dentro si sono accorti che c'era stata una qualche manomissione. Il furto era stato compiuto. Quattro macchine per il movimento terra erano sparite, non c'erano pi&ugrave;. Prima a destra, poi a sinistra, gli agenti si guardano attorno, e vedono che un muro di cinta era stato sfondato. Alle spalle c'era una campagna, nella quale probabilmente i ladri, dopo aver sfondato con gli stessi macchinari il perimetro del muro, si sono recati per fuggire.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Questione di pochi minuti. Prima un sopralluogo accurato della campagna, lo sguardo degli agenti raggiunge il terreno, dov'erano evidenti le impronte dei mezzi meccanici. Inconfondibili, diremmo noi. Poi, la terra intrisa d'acqua, dov'erano rimaste ben custodite le sagome dei grossi pneumatici, dovute alle abbondanti piogge dei giorni scorsi. A quel punto era chiaro per i poliziotti che fosse arrivato il momento di proseguire a piedi, in mezzo alla campagna. E proprio a piedi, i poliziotti si sono fatti circa 500 metri fino a raggiungere un muretto a secco, che era crollato a causa dell'urto con grossi pneumatici, quelli degli escavatori e delle motopale, &egrave; chiaro. In tutto gli agenti avevano percorso circa due chilometri. Poi, dopo aver raggiunto una cava, i poliziotti hanno udito chiaramente il rumore delle motopale, che li precedevano con luci spente e a velocit&agrave; contenuta. I muri di recinzione venivano spianati per consentire il passaggio delle motopale. Il percorso per gli agenti &egrave; proseguito sempre a luci spente e solo con l'ausilio dei telefonini che scandivino col loro display luminoso la via da seguire. Ed &egrave; per questa strana iniziativa che gli agenti non si sono fatti notare, tanto che i fuggitivi credevano ormai di essere al sicuro, lontano dal luogo del furto e con i quattro costosissimi mezzi in pugno.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Il percorso &egrave; andato avanti, tenendo sotto scacco i malviventi che stavano raggiungendo un'altra campagna, dopo aver attraversato una strada asfaltata, la Surbo-Trepuzzi. Ancora un chilometro e mezzo, seguendo sempre le tracce, chiaramente evidenti, che i grossi mezzi da lavoro stavano lasciando sul terreno. La strada da parte degli agenti, seppur piuttosto lunga, &egrave; stata percorsa senza l'ausilio di auto, e senza luce, con un'andatura sostenuta e con gli occhi puntati sui grossi mezzi. Le tracce, a un certo punto, finivano in aperta campagna, un percorso scandito e delimitato dalla presenza di un casolare, un rudere dove i poliziotti, hanno finalmente raggiunto i quattro imponenti mezzi. Ed ecco che, uno di loro, ha subito intimato l'alt: &laquo;Fermi polizia&raquo;. Altro che. Uno di loro gli ha subito rivolto la pistola, e premuto il grilletto. Al colpo d'arma da fuoco, se &egrave; subito seguito un altro, questa volta da parte degli agenti, che hanno risposto al fuoco. Prima uno, poi un altro. Gli agenti hanno sparato con la pistola di ordinanza, che ha messo in fuga i ladri. Usciti allo scoperto, sono stati seguiti dagli agenti, per un certo tratto di strada, per poi dileguarsi definitivamente nell'ampia e buia campagna.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Le ricerche, per&ograve; sono andate avanti, nonostante gli escavatori e le motopale fossero ormai stati recuperati. Altri 300 metri sono stati scansionati dai poliziotti, che si sono accorti come, a poca distanza dal luogo dove erano stati bloccati gli escavatori, c'era una rete, messa come protezione sul margine della strada provinciale Lecce-Brindisi, in un tratto tagliata, segno evidente che i fuggitivi si erano organizzati per qualunque tipo di evenienza, facendo rimanere, con ogni probabilit&agrave;, un altro complice sulla strada provinciale. Gli escavatori, dunque, erano quattro, di cui due muniti di motopala. Tutti New Holland, modello W110B. Scrutati i mezzi per cercare di risalire a qualche traccia, anche con l'ausilio della Polizia scientifica, i poliziotti hanno notato che tutti i mezzi risultavano privi di plafoniera, con i fili staccati. Anche il sistema acustico della retromarcia &egrave; stato staccato a tutti i mezzi. Il primo escavatore, poi aveva il cofano del motore posteriore destro aperto, con inserito un grosso imbuto, e nelle immediate vicinanze, c'era una tanica di 80 litri, ancora chiusa e piena di gasolio. Nel secondo escavatore, invece, nel supporto aggancio della pala, c'era una corda in nylon legata e tagliata. Tutti i mezzi, dopo i rilievi, sono stati riconsegnati al responsabile della sicurezza della New Holland.</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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