Data pubblicazione: 21/10/2008 | CRONACA
Morte anomala nel 2006. Rinviati a giudizio sei medici dell’ospedale di Casarano
Morte sospetta. Sono stati rinviati a giudizio sei medici dell’ospedale «F. Ferrari» di Casarano, accusati della morte di Bruno Giovanni Sticchi, ricoverato l’11 luglio 2006 con un dolore alla gamba sinistra e morto all’età di 48 anni tre giorni dopo.
<p style="text-align: justify;"><strong>CASARANO</strong> | Morte sospetta all’ospedale «F. Ferrari» di Casarano. Il nosocomio del sud Salento verrà preso in discussione a partire dal prossimo 22 gennaio all’interno del Tribunale di Casarano. Ad essere chiamati in appello saranno sei medici del «Ferrari», accusati di omicidio colposo in concorso. I fatti risalgono al 11 luglio 2006, quando <strong>Bruno Giovanni Sticchi</strong> venne ricoverato per un dolore alla gamba, accompagnato da una febbre. Tre giorni dopo, all’età di soli 48 anni morì all’interno del nosocomio, i medici dissero che il decesso è stato causato da una tromboflebite avvenuta da un infarto. Una morte inaspettata per i famigliari che, a distanza di sette mesi, denunciarono l’accaduto ai carabinieri di Casarano. Da quel momento partirono le indagini, venne riesumata la salma di Sticchi per un esame esterno. Il gip, <strong>Antonio Del Coco</strong>, diede il via libera per un incidente probatorio, tutto ebbe esito positivo perchè i medici evidenziarono che la tromboflebite era stata mal curata. Il gup, <strong>Annalisa De Benedictis</strong>, accogliendo le richeste formulate dal pubblico ministero, Guliemo Cataldi, il gup, Annalisa De Benedictis, ha disposto il rinvio a giudizio. I sei medici sono, <strong>Renato Borrelli</strong>, leccese, <strong>Cesare Cavalera</strong> e <strong>Donato Bacca</strong>, entrambi di Casarano, <strong>Roberta Renni</strong>, di Maglie, <strong>Luigi Sansò</strong>, di Uggiano La Chiesa e <strong>Antonio Metrangolo</strong> residente a Tricase. I sanitari sono accusati di non aver effettuato diversi esami clinici e strumentali sul corpo sofferente ancora in vita di Sticchi, e di aver invece eseguito con ritardo una richiesta di consulenza cardiologica e di rianimazione, l’uomo infatti aveva difficoltà a respirare e da una settimana era in uno stato febbrile, forse a causa di una tumefazione, cioè l’aumento patologico di volume dell’arto inferiore sinistro. Ora a stabilire se la morte di Sticchi sia dovuta ad una superficiale cura da parte dei medici di Casarano, saranno i giudici del tribunale.</p>