di Paolo Franza
<p style="text-align: justify;"><strong>UGENTO </strong>| Ancora una volta, la città di Ugento, entra a far parte delle pagine di cronaca. L’auto del consigliere comunale del Partito comunista,<strong> Angelo Minenna</strong>, è stata presa di mira nella notte da alcuni vandali. Forse si tratta di un atto vandalico, o forse intimidatorio. Dopo una serata all’insegna della legalità, il consigliere ha trovato la macabra sorpresa. Infatti ad Ugento si è svolto, nella serata di ieri, un convegno dedicato al ritrovo del rispetto e delle azioni corrette, per concludere il momento di confronto, si sono esibiti diversi gruppi salentini, tra cui i «Sud Sound System». Intorno alle quattro del mattino, mentre Minenna si trovava all’interno della sua abitazione, avrebbe sentito un forte rumore provenire dall’esterno, esattamente in via Salvatore Congedi, uscendo fuori avrebbe trovato il parabrezza della sua auto distrutto. I tempisti avrebbero usato un oggetto contundente, come una mazza da baseball, a bordo di un’auto o di uno scooter, questo il consigliere non è riuscito a captarlo, avrebbero raggiunto la sua Fiat Panda di colore giallo. Forse si tratta di un atto vandalico, i malviventi, se avessero avuto l’intenzione di compiere il gesto come «minaccia», avrebbero avuto la possibilità di compiere danni più ingenti trovandosi un bastone tra le mani. Forse, però, il premuroso arrivo di Minenna all’estero non ha permesso ai vandali di continuare a infrangere l’auto, mettendosi quindi alla fuga per far perdere le proprie tracce. Il consigliere ha denunciato l'accaduto, del fatto indagano i carabinieri di Ugento, l'auto del consigliere Minenna è coperta di assicurazione contro gli atti vandalici. Ovviamente, la situazione in cui vive Ugento non è delle migliori, qualche anno fa venne distrutto il parabrezza anche del compianto Peppino Basile, dal momento dell’uccisione del consigliere dell’Italia dei Valori si sono susseguiti diversi atti di minaccia, dalle lettere intimidatorie arrivando alle due telefonate giunte a due distinti commissariati, nei confronti di don Stefano Rocca. Subito si pensa che l’atto compiuto la scorsa notte ad Ugento, possa essere intimidatorio, ma non è dato per certo, forse qualcuno, per il «gusto» di far apparire Ugento tra le cronache cittadine, si stia divertendo a compiere atti violenti che apparentemente sembrerebbero serie minacce.</p>