Data pubblicazione: 17/10/2008 | CRONACA
Confermata la custodia cautelare in carcere nei confronti di Zenzale
Nella giornata di oggi, il gip Ercole Aprile, ha confermato la custodia cautelare in carcere per Antonio Zenzale, 46enne, di Ugento. L’uomo non ha espresso nessuna dichiarazione in sua difesa in merito alle anfore che lui pescava in fondo al mare.
<p style="text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | È stato convalidato, da parte del gip Ercole Aprile, l’arresto per Antonio Zenzale, 46enne, residente a Gemini, frazione di Ugento, sorpreso qualche giorno fa in possesso di 7 armi, conservate all’interno della propria abitazione e di anfore antiche prelevate nel fondale marino di Posto Rosso, marina di Alliste (<a href="http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1663"><strong>http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1663</strong></a>). L’uomo era in compagnia di un amico, entrambi stavano caricando sopra ad un’imbarcazione gli antichi reperti, proprio per questo è stato accusato di detenzione illecita di beni culturali. Nella giornata di oggi Zenzale è stato interrogato per più di 15 minuti, ma non ha aperto bocca, subito dopo è stata confermata la custodia cautelare in carcere. Subito dopo essere stati scoperti, i carabinieri hanno effettuato una perquisizione domiciliare, trovando all’interno di una valigetta nascosta dentro ad un armadio, le pistole, due semiautomatiche e le altre a tamburo. Le armi erano in grado di sparare, provviste di matricola, una aveva già il colpo in canna. Durante l’interrogatorio Zenzale ha solo parlato delle armi dicendo di aver trovato casualmente la valigetta, mentre svolgeva la sua attività come operatore di consorzio di bonifica, nelle vicinanze di un pozzo situato in aperta campagna. Secondo il giudice ci sarebbe un collegamento con la criminalità, per questo motivo è stata confermata la custodia in carcere. In merito ai reperti archeologici, Zenzale, difeso dagli avvocati Carlo e Paola Scarcia, non ha rilasciato dichiarazioni in sua difesa.</p>